Una delle band più geniali e innovative del panorama estremo è giunta al traguardo dell’ottavo album in studio: ovviamente stiamo parlando dei Meshuggah e del loro nuovo The Violent Sleep Of Reason, uscito sotto l’egida della Nuclear Blast Records. La prima novità di questo disco è che gli svedesi hanno deciso di registrarlo in presa diretta, decisione alquanto inusuale per loro. Nonostante tutto questa decisione fa ammirare da un altro punto di vista, alquanto inedito, la loro musica, come sempre spietata e brutale, regalandoci un disco che suona più “umano” e meno freddo.
“Clockwork” è la canzone con cui veniamo letteralmente assaliti. Ritmi cervellotici e poliritmie tipiche del gruppo si abbattono senza pietà sui nostri padiglioni auricolari. I Meshuggah sono come sempre delle macchine chirurgiche e ci regalano un’ora di schizofrenia musicale e ritmiche grattacapo. Kidman ha sempre la stessa foga nel gridare le sue lyrics colme d’odio, anche se forse ha perso un po’ di smalto e freschezza col tempo, riuscendo però ad essere sempre incisivo. Una caratteristica positiva di questo The Violent Sleep Of Reason è la fluidità dei brani, che, sebbene siano al solito veramente intricati, non annoiano mai. Come sempre impeccabile e molto riconoscibile il drumming di Hakke, che tra l’altro ha affermato di aver suonato in 4/4, ma ovviamente le sensazioni che ci regalano i brani sono quelle di tempi disparissimi.
A metà disco è presente una doppietta a dir poco alienante, ossia la titletrack e “Avory Tower”, in grado di rendere l’atmosfera a dir poco rarefatta. Accelerazioni azzeccate e devastanti si incastrano molto bene a elucubrazioni pachidermiche, una caratteristica generalizzata che va a formare un disco carico di un’aurea molto cupa e negativa.
Dopo ormai tanti anni di onorata carriera i Meshuggah ci regalano un altro ottimo album, per quanto il suo livello complessivo si attesti un gradino sotto agli ultimi due lavori e ad altre opere devastanti come Destroy Erase Improve o Nothing ad esempio. L’idea del “live in studio” risulta apprezzabile, perché ci regala una nuova sfaccettatura della band, ma a conti fatti con questo album abbiamo la conferma che questi pesi massimi non hanno bisogno di sconvolgere il proprio sound per offrirci l’ennesimo ottimo disco.
(Nuclear Blast Records, 2016)
01. Clockworks
02. Born in Dissonance
03. MonstroCity
04. By The Ton
05. Violent Sleep of Reason
06. Ivory Tower
07. Stifled
08. Nostrum
09. Our Rage Won’t Die
10. Into Decay