(Rarenoise Records, 2015)
1. Ipsissimus
2. Pashupati
3. Synthetic Tongue
4. Doctoring The Dead
5. Blind Voyeur
6. Day Of Bones
7. Murder Burger
8. The Death Of Pan
Tornano a breve distanza dall’ultima apparizione i Metallic Taste of Blood, progetto sicuramente non nuovo a quanti di voi seguono le gesta di quella brillante mente musicale tutta italiana che risponde al nome di Eraldo Bernocchi. Sulle pagine di Grind On The Road abbiamo già parlato dei suoi Obake e adesso ci prepariamo ad affrontare questo parziale ritorno dei MTOB; parziale perché composto solo a metà dai membri che suonarono nel primo full della band. Troviamo sempre al loro posto Eraldo in vece di chitarrista ed effettistica varia e Colin Edwin (Porcupine Tree) al basso ed ebow; poi però alla batteria e alle tastiere ci sono due volti nuovi ma ugualmente di notevole spessore, ovvero Ted Parsons alle pelli (Swans, Prong, Godflesh, Justin Broderick) e un Roy Powel (Interstatic e Naked Truth) sui tasti d’avorio in tre delle otto tracce.
Doctoring The Dead è un lavoro che non sfigura affatto se confrontato al suo predecessore e i nuovi arrivati non fanno certo rimpiangere la dipartita di chi li ha preceduti. Esattamente come ci si dovrebbe aspettare dalla mente creativa di Bernocchi questo lavoro prende a piene mani da tutto lo scibile sonoro possibile e unisce sapientemente i vari elementi, riuscendo, novello Prometeo, a plasmare una nuova identità musicale di assoluto gusto. Si passa dallo sludge ai continui richiami jazz e rock della batteria nella prima metà del disco, per arrivare a soundscapes che fanno invidia alla migliore produzione psybient, con tanto di note delayate come si può sentire nel miglior post rock di questi tempi. Ideale fusione di tutti questi elementi è senz’altro “Day of Bones”, dominata inizialmente da soundscapes di rara eleganza compositiva, che lasciano poi spazio a distorsioni e matrici decisamente più noise-oriented, capaci di ereggere muri sonori di tutto rispetto infarciti da un’elettronica di contorno che aliena l’ascoltatore.
Metallic Taste of Blood si dimostra anche stavolta un progetto maturo, conscio delle proprie capacità e perfettamente equilibrato tra le varie parti che lo compongono. Non si può certo affermare che i soggetti coinvolti abbiano creato un nuovo genere, ma l’abilità di assemblare svariati elementi musicali generalmente distanti tra loro è un enorme punto a favore dei nostri. L’unica pecca, se così vogliamo definirla, è l’incapacità di poter definire tale concept musicale dietro un singolo sostantivo, ma forse è anche ora che destrutturiamo le vecchie concezioni musicali ed accettiamo la musica per quello che è, evoluzione tout-court.
8.5