Molte parole sono state spese in merito all’ascesa della scena black metal islandese negli ultimi anni. Le band dall’isola nordeuropea si sono distinte per condividere, ognuna con la propria visione, un sound glaciale ed evocativo, e tra i primi nomi a farsi notare in questo contesto ci sono stati i Misþyrming, protagonisti di questa recensione vista l’uscita del loro terzo album Með hamri, secondo pubblicato tramite Norma Evangelium Diaboli. Con questo nuovo capitolo della propria carriera la formazione di Reykjavík amalgama le sonorità dei propri precedenti lavori, con un risultato che mantiene la schiettezza che li ha caratterizzati, riproponendola con una visione eterogenea e matura.
Un riff sferzante introduce l’ascolto, e si viene trasportati nell’occhio del ciclone: i primi due brani non accettano compromessi e vanno subito al sodo, prendendo a piene mani sia dallo stile più dissonante di Söngvar elds og óreiðu che dalle melodie graffianti di Algleymi. Quello del quartetto, però, non è un semplice riciclaggio di idee passate, ma un profitto dell’esperienza ricavata in un decennio di carriera che permette un continuo sviluppo del proprio sound. Dopo una partenza all’insegna di composizioni al vetriolo, vengono introdotti anche dei tocchi più oscuri che non intaccano l’impatto imponente delle composizioni ma le rendono ulteriormente asfissianti e incombenti. Un esempio concreto lo si trova in “Engin miskunn”, che non si distacca particolarmente dalle precedenti tracce, ma ha trovate più lugubri, concentrate principalmente sulle melodie di chitarra e su delle ritmiche vagamente più ponderate, che aggiungono un punto di forza al lavoro. Da sottolineare anche gli inserti di sintetizzatori nelle varie canzoni, utili a rendere ulteriormente infausto il disco, insieme ad altre aggiunte quali i cori delicati di “Blóðhefnd”. Infine, la conclusiva “Aftaka” mantiene l’anima impervia dell’album, con un incidere inizialmente lento e asfissiante, ma che successivamente si dimostra poliedrico, con passaggi più diabolici.
L’approccio di Með hamri ricalca quello del precedente Algleymi: prendere ispirazione dal passato introducendo sempre nuove componenti e nuovi approcci, trovando quindi il giusto equilibrio tra gli elementi che contraddistinguono il proprio sound e quelli che appaiono come novità. Agendo in questo modo i Misþyrming hanno ulteriormente ampliato il loro stile, che si caratterizza come di consueto per un risultato incisivo e monolitico. Dopo l’ascesa degli scorsi anni, quindi, la scena black metal islandese continua a non deludere, e il quartetto da Reykjavík è una delle realtà più mature e rappresentative.
(Norma Evangelium Diaboli, 2022)
1. Með hamri
2. Með harmi
3. Engin miskunn
4. Engin vorkunn
5. Blóðhefnd
6. Aftaka