Il percorso narrativo di Mud Spencer si evolve nella mente contorta di Rodolphe, un musicista visionario che insieme al suo collaboratore eterno Eddie alla batteria crea un mondo incredibile fatto di sperimentazione surreale e un vortice di suoni spaziali di stampo anni Settanta. Il tutto nasce sull’isola di Giava in Indonesia nel 2017, con l’insieme di fuzz pesanti e tematiche doom metal, strizzando l’orecchio a sonorità d’impatto più classiche in stile stoner. Il primo album Fuzz Soup conferma da subito le intenzioni dell’artista, con un lavoro autentico ricco di ottimi spunti. Invece, con questo nuovo e sensazionale lavoro dal titolo Kliwon, si va alla ricerca di vibrazioni diverse unendo le ritmiche solide in un racconto suggestivo, incastrando poi suite lunghe e monumentali. Il disco è stato prodotto e distribuito dall’etichetta italiana Argonauta Records, con sede a Genova.
Un tuono inquietante avvia l’iniziale atmosfera oscura in “Suzzanna”, un brano che distorce un’infernale sensazione avvolta dal tocco leggero e acustico della chitarra, ed immerge le note in un passaggio rumoroso e caotico. Dopo la ripetitiva fase iniziale prende vita una batteria soffusa e, insieme al groove di basso morbido, si scontra con la distorsione ruvida e riverberata del finale. Segue l’arpeggio sensibile di “Ratu Kidul”, che trasmette un’emozione triste e drammatica all’interno dei suoi 16 minuti di durata. Qui le percussioni seguono il gioco matematico della chitarra e in modo spensierato si lasciano andare a un passaggio quasi orientale, fino all’esplosione potente di un riff caldo di stampo post-metal. L’ultimo passaggio della traccia ci riporta alle sonorità di “Batcat”, brano immenso dei Mogwai, con una vena artistica impeccabile. Prima della fine ci soffermiamo su “Dead On The Heavy Funk”, una traccia irregolare e fuori di testa, con un tiro veloce e aggressivo che abbraccia una complessa e disturbante esecuzione, lasciando quella vibrazione punk noise e un accento sperimentale roccioso. Il disco si arresta sulle melodie stupende di “Jasmin Eater”, la seconda lunga suite di questo lavoro e senza dubbio una delle composizioni più riuscite. In questo caso notiamo la grande fantasia dell’artista, che mescola diverse tempistiche in un orizzonte polveroso e pesante, dove i riff incandescenti uniscono un’idea notevole e ben orchestrata, chiudendo un’opera frenetica e devastante.
Kliwon è un album unico e ricercato. La sua brillante atmosfera globale racchiude un’elaborata e costruttiva produzione: da ascoltare con attenzione fino all’ultima nota.
(Argonauta Records, 2023)
1. Suzzanna
2. Ratu Kidul
3. Dead On The Heavy Funk
4. Jasmin Eater