(Autoproduzione, 2014)
1. Deformation by Incision
2. Carrion Whispers
3. Entropy Eternal
4. Descent
Super gruppo o progetto solista? Ancora non si è capito, la cosa certa è che grossi nomi seguono, se così possiamo chiamarli, i dettami di Nader Sadek, compositore egiziano residente negli Stati Uniti. Dopo un disco di esordio e un live album arriva questo EP di quattro tracce uscito in questo mese di novembre, un’autoproduzione questa volta, a differenza del primo lavoro In the Flesh pubblicato dalla Season of Mist.
Non è facile valutare un lavoro del genere, solitamente non si dovrebbe stare tanto a guardare chi compone la band o le voci che ne dipendono, ma per “gruppi” come i Nader Sadek è impossibile non prendere in considerazioni questi fattori, anche perché la line up è cambiata rispetto all’esordio: al posto di Steve Tucker (ex Morbid Angel) alla voce ora c’è Travis Ryan (Cattle Decapitation) e al basso sembra esserci Marcin Rygiel (ex Decapitated, ex Lux Occulta) invece di Nicholas McMaster (Krallice, ex Castevet), anche se parrebbe che in sede di registrazione abbiano partecipato altri bassisti, alle pelli invece rimane sempre FloMounier (Cryptopsy). Inoltre, a quanto pare, a questo EP hanno partecipato per alcuni arrangiamenti e assoli di chitarra Bobby Koelble (ex Death) e Andreas Kisser (Sepultura).
Insomma, non si scherza per niente, ma presto ci si rende conto quanto eccessivamente altisonanti siano i nomi coinvolti per quatto brani abbastanza anonimi e per un’unica band death metal,perché alla fine si riduce tutto a questo, niente di più, niente di meno. È tutto realizzato bene naturalmente, ma solo dal punto di vista puramente tecnico: un’ottima produzione, suoni ottimamente calibrati, arrangiamenti notevoli. “Descent”, il quarto brano, sembra addirittura una sottospecie di ‘’ballad’’ come nelle migliori tradizioni metal che si rispettino (sì, quelle dei primi anni 80). The Malefic: Chapter III è proprio un lavoro di cui si poteva fare a meno, cose del genere bisogna lasciarle fare a chi sa costruire un prodotto veramente valido, moderno ma non troppo e accattivante, come è già stato fatto, tanto per fare un esempio, dai Bloodbath, in cui oltre a nomi importanti nella line-up c’è pure una enorme qualità e molta più originalità.
Se vi piace il death metal senza eccessivi fronzoli, storture e pazzie ritmiche questo lavoro potrebbe piacervi, ma se vi diletta cercare il pelo nell’uovo e siete dei veri cultori di questo genere, capirete subito che dischetti di questo tipo possono togliere spazio a artisti emergenti molto più meritevoli e ispirati di questi, se così possiamo definirli, “trovatori” del death metal.
5.0