
photo credit: Bosonetto
Venerdì 14 novembre segna il debutto dei SI! BOOM! VOILÁ! con “Pinocchio”, il primo singolo della band, in uscita su tutte le piattaforme digitali per Woodworm.
“Pinocchio” nasce in studio da un impulso improvviso: una scarica che prende forma senza preavviso e diventa suono, ritmo, corpo. Tutto accade nel momento, senza scrittura né schema. La traccia cresce come un organismo in trasformazione: all’inizio è istinto, quasi uno scatto d’ira; poi si distende, trova respiro, si trasforma in una ninna nanna lontana, come un’eco che torna da una profondità senza nome. È una musica che si muove, muta, si contorce e si placa, restituendo la sensazione di qualcosa che sta nascendo, o forse che si sta riconoscendo per la prima volta.
Come nell’omonima storia, questo debutto racconta il confine tra materia e vita, tra artificio e verità. È la cronaca di un risveglio: di quando il legno comincia a vibrare, il corpo a tremare, la voce a farsi suono. C’è una tensione sottile tra ironia e dramma, tra il gesto che si ribella e il silenzio che lo contiene. Non c’è una morale, ma la consapevolezza che l’imperfezione sia l’unico modo autentico di essere vivi.
In “Pinocchio” convivono l’urgenza viscerale dell’hardcore, i suoni ruvidi del punk e le aperture emotive del post-rock. È una materia sonora che pulsa e si deforma, attraversata da istinto e silenzi, da scatti e sospensioni.
Ma più di tutto, ciò che emerge è la voce dei SI! BOOM! VOILÁ!: cinque personalità che, nel suonare insieme, trovano un linguaggio comune, un respiro collettivo capace di trasformare il caos in presenza.
La band è composta da Roberta Sammarelli (basso), Davide Lasala (chitarra), Giulio Ragno Favero (chitarra), Giulia Formica (batteria) e Michelangelo Mercuri – N.A.I.P. (voce): cinque personalità con percorsi profondamente diversi, ma accomunate dalla stessa tensione creativa.
Insieme, danno vita a un collettivo noise-punk in cui esperienza e istinto convivono, dove ogni suono nasce dall’altro, ogni strumento diventa voce, ogni gesto genera un dialogo. La loro musica non cerca la perfezione, ma il momento vero, quello in cui il suono si scopre vivo, imperfetto, irripetibile.


