Dopo il bellissimo Padmalotus, a distanza di quasi un anno da esso, i Nibiru ci propongono un nuovo EP, dal titolo Teloch. Le coordinate sono le stesse dell’album precedente, del quale la band ricalca l’originalità e la determinazione nel suonare una forma di musica che potremmo definire ritual/psych/drone. Appena parte “Carma Geta” veniamo catapultati in una dimensione surreale: ronzii, distorsioni friggenti e rumori sinistri aleggiano sulle nostre teste, accompagnati da urla e voci maligne che sembrano essere uscite da un nero e cupo sottosuolo dark/ambient. Il pezzo inquieta ed entra nell’anima, dove rimane. Si passa agli oltre dodici minuti di “Teloch”, nei quali veniamo costantemente avvolti da un’atmosfera maligna, fatta di invocazioni che prendono sempre più forma fino a sovrastarci, per spiazzarci improvvisamente con riff che entrano nella testa come aneurismi e che poi si trasformano in accelerazioni black metal di matrice old school.
Un consiglio: alzate il volume di questo lavoro e ascoltatelo di notte, stesi sul pavimento, quando cala l’oscurità, ad accompagnare l’arrivo di tutte quelle anime che lasciano i propri loculi per venirci a trovare. Siamo di fronte ad un altro ottimo lavoro e sopra ad ogni cosa siamo testimoni della consacrazione di una band italiana che, confermandosi su altissimi livelli, risulta pronta a proporre la propria musica rituale davanti a tutti. Spiriti e alieni compresi.
(Argonauta Records 2016)
1.Carma Geta
2. Teloch