Affermare che il post-hardcore sia un genere monolitico, poco incline alle novità, indigesto per chi ricerca qualcosa di costantemente fresco, non è un’eresia. Certo, alcune band hanno sposato, e spostato, il proprio sound verso lidi musicali a volte affini, tipo lo sludge, mentre altri si sono spinti in territori più colti – chi ha detto progressive? – ma sostanzialmente il genere, comunque valido, rimane ben ancorato al suo retaggio classico. Ed è qualcosa che nel corso degli anni abbiamo imparato ad apprezzare, data la mole di dischi di altissima qualità partoriti da artisti mai domi e baciati dall’ispirazione.
I Norna arrivano al secondo album, dopo il debutto Star is way way is Eye del 2022, un disco acerbo ma con i prodromi di quello che seguirà, ossia questo sequel, significativamente intitolato con il nome del gruppo (prendono il nome dalle tre dee norrene del destino che hanno tessuto l’arazzo del destino sotto il mitico Albero del Mondo), che attraverso sei brani granitici, eppur dinamici, ci mostra l’avvenuta maturità del combo. Tomas Liljedahl (già con i seminali Breach) ricama riff su riff, con la sua chitarra grassa, sbilenca, sontuosamente villana, e la sua voce, come si conviene al genere, è abrasiva; Christophe Macquat e Marc Theurillat (Ølten), il primo chitarra e basso, il secondo batteria e samples, sono i suoi fidi compari, impalcatura ritmica che non concede cedimenti alcuni. Nota di merito va alla produzione di Magnus LIndberg (Cult of Luna), uno che la materia prima la conosce bene e sa come farla brillare (in tutti i sensi!). L’album è un animale mitologico che ha una sua spina dorsale chiara, spigolosa praticamente sempre, ma che muta pelle in ogni brano, alle volte anche nel brano stesso. Rallentamenti che sfociano in momenti di introspezione, il caos che salta fuori da crepe precedentemente costruite con attacchi all’arma bianca, e sì, il genere sarà anche avido di guizzi innovativi ma quando una band ha questa calligrafia, la musica diventa una voce interiore che tutti necessitiamo di sentire, di fare nostra, di usarla come la più potente, e salvifica, delle medicine.
Norna dimostra una crescita artistica che non potrà che consacrare il power trio svedese/svizzero e che lascia un notevole appetito per le future release. Io ho già apparecchiato: aggiungo posti a tavola?
(Pelagic Records, 2024)
1. Samsara
2. For Fear of Coming
3. Ghost
4. Shine By Its Own Light
5. Shadow Works
6. The Sleep