Trent’anni di carriera sono un bel traguardo per tutti, soprattutto per una band che come gli Obituary, che ha fatto del death metal duro e puro la propria bandiera senza mai scendere a compromessi, anzi, pagando il disinteresse del grande pubblico a discapito di band dal suono più variegato, e mettendoci spesso anche del loro componendo dischi non sempre all’altezza del loro nome.
Questo omonimo decimo album viene presentato un po’ come il manifesto di questa carriera. Pochi i fronzoli: tanto, sano e violento death metal di stampo floridiano presentato da una copertina molto semplice, nera con il classico logo gigante, come per dire “noi siamo gli Obituary e questo suoniamo, che vi piaccia o meno”. Il contenuto comprende dieci pezzi gustosamente classici, che si alternano tra brani spezzacollo con influenze thrash (la doppietta di apertura “Brave”/“Sentence Day” è da staccare la testa) e brani con più groove, così come non mancano aperture inaspettate a suoni molto vicini ai Sepultura (la settima traccia “Betrayer” sembra uscita direttamente da Chaos A.D.).
Il tutto, squillino le trombe, è finalmente supportato da una produzione degna, cosa che è mancata nell’ultimo Inked in Blood, disco che in certi passaggi risultava davvero molle e confuso, pur rimanendo un degno album death metal.
Gli Obituary sono questi, prendere o lasciare: non ci si può aspettare qualcosa di diverso da chi il death metal l’ha fondato. Ma, in fondo, chi davvero li vorrebbe diversi?
(Relapse Records, 2017)
01. Brave
02. Sentence Day
03. Lesson In Vengeance
04. End It Now
05. Kneel Before Me
06. It Lives
07. Betrayed
08. Turned To Stone
09. Straight To Hell
10. Ten Thousand Ways To Die
11.No Hope (bonus track, digipack edition)