La terra dei canguri è da sempre una vera e propria fucina di band, specialmente in ambito –core. Questa volta giunge alle nostre orecchie un giovane complessino dal nome Of Divinity.
Questo EP dal titolo A Cold Sense Of Clarity è il loro terzo lavoro ed è composto da cinque brani tellurici, schietti e diretti. Rispetto al passato questa nuova opera è più bilanciata e moderna. “Malice” è la giusta opener in pieno stile metalcore, molto muscolosa e dotata di una prima parte strumentale elettronica. La band australiana non è un concentrato di muscoli, ma ha anche parecchio cervello, tanto da portare le loro sonorità su lidi più tecnici: la title-track ne è un esempio. Le vocals sono ben interpretate e sprigionano ottimo growl e scream, quest’ultimi ricordano un po’ quelli alla This Or The Apocalypse. Non convincono molto, seppure siano presenti in quantità ridotta, le clean vocals, un po’ forzate e non incisive. Un’altra caratteristica interessante e apprezzabile sono i riff dall’aria mediorientale; niente di innovativo, ma si incastrano bene nel plot del disco.
Nel complesso una buona prova da parte del combo australiano, anche se ascoltandolo manca ancora qualcosina per fargli fare il salto di qualità agognato. In ogni caso A Cold Sense Of Clarity è un disco piacevole che si ascolta volentieri senza strabuzzare gli occhi. Gli amanti di queste sonorità troveranno particolare gusto negli Of Divinity.
(Autoproduzione, 2017)
1. Malice
2. Relapse
3. Hold Your Breath
4. A Cold Sense Of Calrity
5. Stockholm Syndrome