Gli inglesi Opium Lord si erano presentati quattro anni fa con The Calendrical Cycle: Eye of Earth, disco che, pur non essendo particolarmente incisivo, nel suo essere grezzo e schietto ha fatto intravedere dei margini di miglioramento discretamente ampi. Vore, suo successore, si pone proprio l’obiettivo di migliorare dei risultati ancora troppo incerti per farsi notare nell’ammasso di formazioni emergenti. Rilasciato tramite Sludgelord Records, consta di quaranta minuti di musica suddivisi in sette tracce, ed è arricchito da un artwork che veicola meglio con le sensazioni che verranno percepite durante l’ascolto.
“WWCD” apre il disco, e lo fa mostrando immediatamente un approccio struggente, con un crescendo d’intensità che sfocia nella seguente “Lead Magnet”. L’album colpisce facilmente, con un’aggressività che si può identificare nel connubio tra doom e sludge. Pur mostrando una riproposizione piuttosto tradizionale degli stilemi del genere, il lavoro risulta tanto valido da non far pesare la mancanza di innovazione. Non c’è attimo di pausa: i riff granitici si susseguono senza pietà e anche i momenti sulla carta più tranquilli sono caratterizzati da sensazioni d’angoscia continue, come avviene nella parte iniziale di “Suture”. Questo brano si distingue inoltre dagli altri, in quanto risulta meno violento e spietato; l’intenzione della band è difatti colpire l’ascoltatore in modo più lento e mirato, riuscendovi senza problemi.
Risulta inoltre notevole la collaborazione con Mike Scheidt, nome ben noto a tutti gli ascoltatori del genere per la sua attività con gli Yob. Questo contributo, disponibile in “Columbia”, dona un tocco di esperienza e consapevolezza in più al lavoro, e la traccia in questione si dimostra tra le più varie del complesso.
Vore segna un passo in avanti rispetto al suo predecessore, dimostrando come gli inglesi abbiano intrapreso un notevole precorso di crescita, approssimandosi alla propria maturità artistica. I Nostri hanno idee chiare, e pur seguendo una strada già tracciata e ormai ben nota, riescono a farsi notare grazie alla loro giusta attitudine. Potremmo definire questo secondo lavoro degli Opium Lord come un gradevole viaggio all’insegna del doom e dello sludge, un’ennesima conferma di come questi due generi funzionino bene quando proposti insieme.
(2019, Sludgelord Records)
1. WWCD
2. Lead Magnet
3. Centurion
4. Suture
5. Cherwood Is Connector
6. Columbia (Featuring Mike Scheidt)
7. Gift