Miasma, nono capitolo dell’apocalittica discografia del duo noise italiano OvO, è uscito per la label canadese Artoffact Records il 7 febbraio 2020. È estremamente interessante notare con quale veste sonora Stefania Pedretti (?Alos) e Bruno Dorella (Ronin, Bachi da Pietra, Tiresia, GDG Modern Trio, Sigillum S) hanno deciso di presentare il loro ultimo, tossico e allucinato full length. Ricordiamo che dopo l’uscita di Creatura era giunta al pubblico la voce di un futuro integralmente elettronico per gli OvO. Ebbene questa uscita sorprende e smentisce simili dichiarazioni in quanto risulta un ottimo miscuglio di influenze musicali underground e tecniche compositive, un ibrido abrasivo e attentamente calcolato che contemporaneamente guarda sia al futuro che al passato della band. Infatti, i campioni elettronici e i pattern ritmici di Dorella – creati anche con il brillante contributo di Eraldo Bernocchi (Sigillum S, Blackwoods, Black Engine, Obake), a034, Ripit, Paolo Bandera (Sigillum S, Sshe Retina Stimulants) e Matteo Vallicelli (Soft Moon) – continuano ad accostarsi alla perturbante presenza vocale e alla chitarra ultra distorta della Pedretti con un atteggiamento che se da un lato recupera e reinterpreta le ruvide radici hardcore e post-punk dei primi album del duo, dall’altro apre il campo a collaborazioni con artisti di calibro internazionale, come la band norvegese post-punk Årabrot, la trapper Gnučči e Gabriele Lepera degli Holiday Inn.
Le undici tracce di Miasma si susseguono in un montaggio eterogeneo e convulso, rispecchiando la natura del fluido tossico di cui il loro insieme porta il nome per quasi quarantadue minuti di musica, all’interno del quale è però possibile tracciare delle linee di forza espressive. La brutalità del background hardcore del duo è immediatamente affidata alla opener “Mary Die”, una traccia folgorante e violentissima, seguita dai due singoli “You Living Lie”, dal carattere marcatamente noise/industrial, e “Queer Fight”, un’ode abrasiva alla diversità positiva, quasi un inno di guerra contro una società che giudica e discrimina ciò che non riconosce o non comprende. “Testing My Poise”, nella quale il caos primordiale degli OvO viene raffinato e scandito dal cantato di Gnučči, chiude il primo blocco di tracce, che sembra avere il compito di tratteggiare il panorama palustre da cui si propaga l’esalazione velenosa. A questo segue un secondo blocco, il cui focus è rivolto all’organismo umano, nel quale i titoli dei brani ricalcano i tre modi in cui il miasma, nell’accezione omeopatico-patogena esposta nel saggio Malattie croniche di Samuel Hahnemann del 1828, si diversifica e manifesta: ossia “Psora” (Miasma per difetto, che dà luogo a ipotrofia e debolezza, timidezza e insicurezza), una traccia in cui torna a pulsare la vena hardcore del duo; “Lue” (Miasma distruttivo, che presenta disfunzione, erosione o necrosi degli organi, aggressività e atteggiamento violento), magnifico brano in cui un caos indutrial, che sembra nutrirsi di influenze affini ai miglioti Skinny Puppy e Nine Inch Nails, sostiene la voce pulita e dilatata di Stefania Pedretti; e infine “Sicosi” (Miasma per eccesso, che produce verruche, noduli, fibromi, irrequietezza e impazienza psichiche), in cui il noise, le lacerazioni guttuali e l’ossessività ritmica dialogano con una melodia di sinth sospesa e aeriforme. Tra la seconda e la terza tipologia di affezione si installa “L’Eremita”, forse la traccia più significativa dell’album, basata su uno stupendo layering di voci sostenuto sia da un ostinato ritmico che dalla nota vena sperimentale degli Årabrot. Le ultime tre tracce sembrano infine estendere lo sguardo su un panorama devastato e post apocalittico, forse l’esito tossico del Miasma: “Incubo”, in cui ancora spiccano le rabbiose radici degli OvO, è una vera e propria allucinazione onirica dai toni hardcore/sludge; “Burn The Haus”, arricchita dal contributo di Gabriele Lepera, esaspera al massimo grado i connotati asfittici e primordiali dell’album; infine la titletrack “Miasma” congeda l’ascoltatore intonando una lugubre melodia dal respiro lento e dilatato che insieme incanta, soffoca e annienta, come fosse un dolce canto asfittico capace di traghettare tutti noi verso un futuro incerto e oscuro.
Miasma è stato registrato da Ivano Giovedì e Franco Beat, mixato da Giulio “Ragno” Favero e masterizzato da Andrea De Bernardi. L’artwork è stato concepito e disegnato dal tatuatore londinese Michele Servadio. Accostate questi nomi a quelli di Årabrot, Gnučči, Gabriele Lepera, Eraldo Bernocchi, a034, Ripit, Paolo Bandera, Matteo Vallicelli e, infine, a quelli di Stefania Pedretti e Bruno Dorella, e capirete quanto estesa e ramificata sia in realtà la palude, o comunità (?), di influenze e contributi musicali che ha generato e reso possibile questa eccezionale esalazione tossica.
(Artoffact Records, 2020)
1. Mary Die
2. You Living Lie
3. Queer Fight
4. Testing My Poise (feat. Gnučči)
5. Psora
6. Lue
7. L’eremita (feat. Årabrot)
8. Sicosi
9. Incubo
10. Burn De Haus (feat. Gabriele Lepera)
11. Miasma