7 Giugno 2019: sono passati sei anni di silenzio, ma i maestri della distorsione di Chicago sono tornati con un full length letteralmente abissale. Nighttime Stories, sesto album firmato Pelican, è un disco complesso e profondamente viscerale, composto con maturità e gusto, ma anche intriso di memorie, amarezze e lutti. Infatti il titolo dell’album, molti nomi e temi estetici delle tracce sono un omaggio al compianto Jody Minnoch, ex cantante dei Tusk e amico dei Pelican, deceduto improvvisamente nel 2014. Inoltre l’opener “WST” è una triste ballata eseguita su una chitarra acustica tramandata di padre in figlio, con le sue iniziali come titolo: un epitaffio del chitarrista Dallas Thomas al genitore defunto. Ma c’è anche altro: la band rimarca nelle interviste e nei comunicati stampa quale sia il legame che intercorre tra la gestazione delle tracce e il clima sociopolitico contemporaneo degli States. «We were halfway through writing the album when a significant portion of the country signaled that they were ready to publicly embrace totalitarianism, bigotry, and white supremacy, and the resulting dread and anger we experienced had a considerable effect on the shape of the material that followed.» ha dichiarato il chitarrista Trevor Shelley-de Brauw per rimarcare il legame indissolubile tra la band e l’inquietante periodo storico che tutti noi ci troviamo, più che a vivere, a dover affrontare con emozioni sicuramente spinose e contrastanti.
Ed è appunto nella rabbia, nell’angoscia, nella frustrazione e nell’inquietudine che Nighttime Stories trova ed esprime la sua dimensione sonora. Dopo la triste “WST” l’ascoltatore viene progressivamente accompagnato, a partire da “Midnight and Mescaline”, attraverso paesaggio di distorsioni e progressioni con riff che ricordano sonorità inizialmente affini allo stoner, ma che ben presto (e precisamente al minuto 3:17 di “Abyssal Plain”) virano verso la rabbia cieca. “Cold Hope”, monumento sonoro dell’intero disco, spezza l’andamento stoner delle tracce precedenti con un intro granitica sostenuta da chitarre graffianti e un basso perfetto sia in presenza che pesantezza. La traccia prosegue senza concedere riposo all’ascoltatore, riff dopo riff, in un’alternanza di brutalità e fraseggi, ribadendo minuto dopo minuto il nuovo e curatissimo sound della band con sonorità di matrice sludge e post-metal affini ai vicini Unsane, Melvins, Isis, Old Man Glom e Sumac: la brutalità ha inizio, ecco a voi i Pelican.
Dopo un drop da brivido “Cold Hope” lascia il campo a “It Started at Me”, un brano interamente pulito, l’unico insieme all’opener, che evoca atmosfere da malinconico road trip capaci di incantare l’ascoltatore e far prendere respiro all’album. “Nighttime Stories”, “Arteries of Blacktop” e “Full Moon, Black Water” infine chiudono il disco ripercorrendo quasi a ritroso non solo il presente lavoro, ma anche le precedenti uscite della band: rievocando quasi tutte le difficoltà, le sofferenze e i travagli, ma anche la grande padronanza compositiva ed espressiva che ha accompagnato i Pelican nei loro diciannove anni di encomiabile carriera.
Nighttime Stories è un album che conferma e insieme smentisce ciò che sono stati i Pelican. È infatti innegabile che la band cerchi una sorta di nuovo inizio, una svolta coraggiosa rispetto sound e le soluzioni dei tre dischi precedenti: il risultato è un felice ritorno alla primitiva visceralità di Australasia, che adesso risulta accresciuta e raffinata grazie all’attenzione al songwritigh, all’organicità delle singole tracce, al disegno complessivo dell’album, alla ricercatezza del suono, al contributo del basso di Bryan Herweg e la batteria Larry Herweg nel sostenere il lavoro sempre perfetto delle chitarre, alla ricerca della miglior resa finale in fase di registrazione. Nighttime Stories, in questo 2019 già costellato di produzioni emozionanti, rappresenta il ritorno in grande stile di una delle band più influenti e pionieristiche del panorama strumentale degli ultimi vent’anni: non è solo un’uscita imperdibile per fan e cultori, ma anche un album che incamera e porta con sé tutto ciò che sono stati, sono e saranno i Pelican.
(Southern Lord Records, 2019)
1.WST
2. Midnight and Mescaline
3. Abyssal Plain
4 Cold Hope
5. It Started at Me
6. Nigttime Srories
7. Arteries of Blacktop
8, Full Moon, Black Water