Un pianto inconsolabile e liberatorio sperduto nei meandri più remoti di una rigogliosa foresta nordica, dove il fiato forma effimere nuvole di vapore e il freddo pressa sulle gote arrossate come una violenta, ma irrinunciabile, carezza. Il nuovo prodotto in casa Pg.Lost è l’essenza, delicata e immateriale, della più meravigliosa forma di malinconia. Gli spazi si dilatano e si restringono, si muovono statici verso nessun dove in un tempo congelato da una bolla eterna. Con un sound tipicamente post-rock, ma piacevolmente “sporcato” da influenze marcatamente post-metal, il quartetto svedese ha sviluppato un linguaggio monolitico, ma dalla delicatezza impalpabile. Le sonorità che a tratti hanno una spiccata aggressività lasciano sempre spazio al respiro, alla placidità della contemplazione; ogni esplosione di suono è sempre giustificata, mai eccessiva ed è una carezza ruvida e sensuale per lo spirito.
La loro espressione artistica, che può trovare spazio a metà strada tra le esperienze della synthwave anni ’80 e le sonorità post-metal di band come Isis e Russian Circles, ha raggiunto con questa produzione discografica Oscillate una connotata maturità e un linguaggio assolutamente personale. Ogni brano si presenta forte, con una personalità ben distinta, ma al tempo stesso ben legato con gli altri.
Le melodie in Oscillate sono costruite con magistrale manierismo in uno sposalizio impeccabile tra cantabilità e emozione; mentre il tessuto armonico/ritmico su cui poggiano è in ogni episodio del disco incredibilmente solido. La cura dei suoni è davvero maniacale, ogni strumento riesce ad esprimere a pieni polmoni la propria personale voce, senza sovrastare quella degli altri. Le linee di basso sono granitiche, con un suono solido e imponente su cui poggiano chitarre limpide e cristalline; la batteria riesce ad essere di grande impatto con una sonorità fluida, senza osare note superflue e la parte di tastiere e sintetizzatori è onnipresente, senza però creare una sensazione di soffocamento. Le otto tracce del disco scorrono con fluidità in un percorso emozionale dalle tinte scure e malinconiche; ogni canzone è un tassello del mosaico che è Oscillate, unico ed insostituibile, ma al tempo stesso in perfetta sintonia con gli altri. Tra quelle che mi hanno colpito maggiormente sicuramente spicca “Eraser” che riesce a coniugare con raro equilibrio cantabilità e aggressività, in un amalgama davvero di altissima fattura; la parte conclusiva, caratterizzata da un riff compulsivo armonizzato da una linea di basso imponente, ci porta alle tinte emozionali di uno scontro titanico tra l’eroe romantico e la natura; una corsa via a via più frenetica in una boscaglia sempre più fitta, dove non si tiene più conto delle ferite riportate o di un’eventuale meta, ma dove l’importante è continuare a marciare, col cuore in gola e con frenesia. Un’altra traccia di altissimo pregio ritengo sia “Suffering”, il cui titolo è già ampiamente esplicativo. Immaginate di camminare, lentamente, in un bosco durante un temporale autunnale; l’acqua penetra lentamente all’interno dei vestiti, sino ad incollarli alla pelle, mentre il freddo raggiunge inesorabilmente le ossa come una coltre impenetrabile. Ma in tutta questa sensazione di disagio, paradossalmente, non vi è nessuna sofferenza, nessun dolore; solamente un forte senso di distacco sereno dall’umano. La sferzata di accordi finale è un pianto liberatorio che crea una piacevole sensazione di accogliente e tiepido vuoto. “Waves” è la parafrasi musicale del verso leopardiano “e il naufragar m’è dolce il questo mare”; una inesorabile accettazione della sconfitta, a testa alta come il celebre viandante sopra il mare di nebbia. Una trascurabile nota di demerito, a mio avviso, può essere attribuita all’artwork che non rappresenta a pieno il genere del disco (rimanda ad un genere decisamente più legato all’elettronica), e non rende giustizia all’impatto emotivo che invece ci dona la musica in esso contenuto.
In ogni caso, Oscillate è un disco che vale davvero la pena di ascoltare; anche se non presenta idee musicali innovative, rappresenta comunque un prodotto di altissima qualità e di grande valore artistico che ho adorato sin dal primo ascolto, a cui ne sono seguiti immediatamente altri. Non capita spesso di avere la pelle d’oca.
(Pelagic Records, 2020)
1. Oscillate
2. E22
3. Mindtrip
4. Shelter
5. Suffering
6. Waves
7. Eraser
8. The Headless Man