I Pijn sono un gruppo post-metal ricco di sfumature ricercate nato a Manchester nel 2017, grazie alle loro timbriche impeccabili compiono un percorso sognante custodito in un cassetto dei ricordi. Con il loro caloroso album di debutto Loss nel 2018, confermano uno stile unico e infallibile racchiuso in chitarre taglienti e un’aura di suoni viaggianti. In questo atteso degno seguito dal titolo From Low Beams Of Hope, prodotto per la label sperimentale Floodlit Recordings, la band inizia un capitolo diverso e astratto rispetto al passato con quattro brani riflessivi diretti al cuore.
Questa potente e allucinante corsa inizia su una ritmica al cardiopalma del chitarrista sull’apertura di “Our Endless Hours” dove una linea vocale femminile registrata arriva dall’oscurità, invitando la tempistica decisa delle percussioni e un violino struggente a compiere un salto stupendo nell’atmosfera triste e sensuale. Nel bridge poi la traccia si evolve, con la rabbia di una caotica distorsione a mettere in mostra il talento dei musicisti su un ottimo gancio metal e il gioco schizzato dei violini che impazziscono nell’aria come elementi di disturbo, sciogliendo infine la lunga durata del brano nel pianoforte armonico. Segue la suite geniale “Carved Expanse” ed è qui che si inizia a fare sul serio con una delle migliori produzioni del lotto: il richiamo al jazz rock di matrice GoGo Penguin è incredibile, soprattutto nella prima parte con tocchi post-rock classici e una sensazione avventurosa, per una poesia lucida e espressiva. Un brano magico che ci accoglie in un mondo di fantasia e unione, con vibrazioni sempre più intense e travolgenti senza mai risultare banale nonostante l’estenuante durata. La penultima traccia “On The Far Side Of Morning” racchiude un’ampia carezza fragile esplorando gran parte delle intenzioni del gruppo che vuole colpire nel profondo, anche in questo caso ci troviamo davanti a una suite bellissima che si colora di violenza in stile Russian Circles, altro riferimento importante che non passa inosservato. Un altra composizione da tenere d’occhio con il suo lato morbido nel finale e il passaggio di basso che ruggisce a dovere. Chiudiamo questa formidabile opera con le note sospese di “A Thousand Tired Lives” per catapultarci in un orizzonte irregolare con la grinta furiosa delle chitarre sopra atmosfere martellanti, per una delle canzoni più pesanti dell’album.
From Low Beams Of Hope è un lavoro immenso, un autentico gioiello da gustare senza pause e con maniacale attenzione. La band compie un ulteriore salto di qualità all’interno di meccanismi strumentali complessi sempre più fuori dal comune.
(Floodlit Recordings, 2024)
1. Our Endless Hours
2. Carved Expanse
3. On The Far Side Of Morning
4. A Thousand Tired Lives