A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo. E se esiste un gruppo punk della prima generazione che merita di essere riscoperto, questi sono proprio i Poison Idea, nati a Portland nel lontanissimo 1980 e alfieri di quel genere hardcore che sarebbe diventato un punto di riferimento negli anni successivi tanto da essere citati come fonte d’ispirazione da gruppi quali Nirvana, Machine Head, Pantera e Turbonegro (e scusate se è poco).
Intendiamoci: Young Lords, ovvero la prima registrazione live più o meno ufficiale dei Poison Idea, non è né una furbata e neanche un’operazione nostalgia ma di fatto una vera e propria provocazione (d’altronde stiamo parlando di un gruppo punk), concepita probabilmente per ricordare che l’underground rimane un universo fatto di sessioni in sala, concerti in locali dalla strumentazione non impeccabile e partecipazione (giusto ricordare a mio modesto parere tali principi in un periodo dove la cosiddetta visibilità sembra più dare la priorità alla rete che all’interazione diretta).
Per quel che riguarda l’album, come potere immaginare, Young Lords è caratterizzato da una valanga di rumore misto a velocità con inserti più o meno melodici nel quale si fanno notare soprattutto pezzi come “Bounce the Rubble”, “M-80”, “Young Lord” e “Think Twice”, senza dimenticare le cover degli skate punker JFA e degli State of Alert “Beach Blanket Bong-Out” e “Public Defender”; ma direi, a costo di ripetermi, di buttare giù in un colpo solo tutto l’album. Per quel che riguarda la line-up infine, questa comprende il leggendario Jerry A. alla voce, Glen Estes al basso, Dean Johnson alla batteria ed il compianto Tom “Pig Champion” Roberts alla chitarra.
(American Leather Records, 2023)
1. Bounce The Rubble
2. All Right
3. Give It Up
4. Think Twice
5. Theme
6. Beach Blanket Bong-Out
7. (I Hate) Reggae
8. Empty Gun
9. Come Out Fighting
10. Dance Of Rage
11. Spy
12. Young Lord
13. M.I.A.
14. Broken Up
15. Underage
16. Public Defender
17. New Right
18. M-80
19. Castration
20. In My Headache