I Poly-Math sono una band progressive strumentale londinese, la loro sperimentazione di nicchia nasce nel 2013 con forti influenze cosmiche che si materializzano in schemi matematici di forte impatto emotivo. Dopo un tour incredibile, il gruppo si conferma nel 2021 con un doppio album (The Cadaver Tomb Pt.1 e 2), mettendo in primo piano lo studio tecnico e martellante dei brani, per poi creare un ricco bagaglio di suoni distorti e dissonanti che li rende unici nel loro percorso. In questo nuovo disco, il quarto in studio nella loro carriera dal titolo Zenith, i Nostri mettono da parte l’ampio raggio complesso e ipnotico, concentrandosi su riff più incisivi e serrati che catturano l’attenzione del pubblico soprattutto nelle situazioni dal vivo, cambiando nettamente il loro stile artistico. Da tenere d’occhio anche la nuova formazione, che inserisce un quinto elemento al sassofono, dando quel tocco più interessante alle sonorità.
Il potente brano di apertura “Zenith” ha un suono di basso furioso, che trascina le vibrazioni verso riff gonfi e accattivanti. Con il primo accenno di sassofono si intuisce subito lo studio differente e geniale del collettivo inglese, lasciando un tocco espansivo alla traccia, mentre la chitarra continua il suo cammino sensazionale. Nella parte centrale poi si crea una sorta di jam session lunare, che si conclude in una realtà amorfa e alienante. Segue il ritmo ruvido di “Velociter” con accenni di jazz fusion e ritmiche sfrenate stile Battles, virtuosa band americana. In questo brano c’è un esplorazione massiccia verso tematiche rocciose e nel finale c’è un assolo di chitarra delirante, in perfetto stile Mars Volta. La composizione successiva “Charger” rallenta il tempo e immerge l’ascoltatore in un passaggio più tranquillo e godibile, per riprendersi dalla rumorosa botta iniziale. La canzone descrive una sensazione sensuale e complessa, che racchiude il cambio brillante del sassofono nel finale. Ora passiamo a un brano suggestivo come “Canticum II”, che riprende la corsa caotica dell’inizio, con un organo che si incastra alla perfezione sotto il sound mistico e travolgente e nei suoi sei minuti di durata trasmette una sensazione stupenda, per uno dei brani migliori del lotto. “Canticum I” invece continua il percorso in un bridge morbido, prima di spingersi con forza verso un cambio oscuro che cerca di trovare un collegamento fantasioso e drammatico con la traccia precedente. Verso la fine ci soffermiamo sulla tecnica frenetica di “Provaus”, che si costruisce in un tempo irregolare e un’esibizione esplosiva di grande fattura, poi passiamo a “Mora”, la traccia più breve di questo lavoro. Qui si apre un’atmosfera più dolce, ma molto scarna di mordente, che va man mano scemando. La chiusura viene affidata a “Metam”, una suite spaziale che si avvia su un synth con sfumature dinamiche, per poi cambiare direzione in un territorio inesplorato e ben orchestrato.
I Poly-Math riescono con grande successo a creare un diversivo notevole e d’impatto nel loro percorso. Nel suo insieme un disco ricco di qualità e un risultato eccellente.
(Nice Weather for Airstrikes, 2022)
1. Zenith
2. Velociter
3. Charger
4. Canticum II
5. Canticum I
6. Provaus
7. Mora
8. Metam