Inesorabile è la caduta dell’uomo verso il baratro del dolore, verso i meandri più oscuri dell’esistenza, dove tutto tace ma una lieve e anoressica brezza di angoscia spira nel buio illuminando il tragitto. Un’aria tetra e asettica sale da un terreno brullo, malato, che inghiottisce un sole in fase terminale.
I nostri spettri ci tengono per mano e ci mostrano la fine di questo baratro: incubi, solo incubi si annidano sul fondo dei nostri occhi. Oniriche e nichiliste sono le visioni che trapelano dall’ascolto da questo disco, nato da una riuscita collaborazione tra due band di livello superiore: gli americani Primitive Man e gli inglesi Sea Bastard.
Attivi dal 2012, i Primitive Man, provenienti da Denver (Colorado) e capitanati dal grosso Ethan (nome già sentito non solo quando si parla dei caotici e marci Vermin Womb ma anche per le sue band passate come CTTTOAF o Death To Self) hanno esordito ufficialmente nel 2013 con Scorn, un lavoro superlativo che ci ha presentato una band dedita al doom/sludge più violento ed estremo che si possa partorire. Nelle loro composizioni si possono però cogliere sfumature black, noise, senza disdegnare qualche accelerata dal gusto death/crust. Da segnalare anche il successivo EP del 2015 dal titolo Home Is Where the Hatred Is.
Immaginate a questo punto di fondere i Meth Drinker agli Eyehategod e allevateli in cattività: ecco a voi i Sea Bastard. Provenienti dalla piovosa Inghilterra, precisamente da Brighton, hanno esordito nel 2011 con la demo Great Barrier Riff. Anche i nostri amici inglesi si sono dati un sacco da fare, rilasciando ben due full album e due split (compreso questo con i P.M.), facendo del doom e dello sludge il proprio cavallo da battaglia e portando avanti questo discorso con tenacia e fierezza
Bene, fatte le dovute premesse, veniamo a noi: uscito nel marzo 2016 per la Dry Cough Records, in questo split entrambe le band si presentano fedeli alla propria proposta sonora, che sguazza nella misantropia più nera.
Ethan & Co. sguinzagliano la loro rabbia in “Cold Resolve” che, con i suoi intensi dieci minuti e quarantatré secondi, ci delizia con uno sludge/noise vessillo di malessere. “Servant” non si discosta molto dal precedente brano, ma in questo episodio emergono improvvise accelerate che ci risvegliano dal freddo e maligno torpore facendoci letteralmente saltare dalla sedia, grazie ad una dinamica più veloce e compatta.
I Sea Bastard ci offrono invece diciannove minuti di tristezza, una tristezza denominata “The Heremit”: riff lenti dal gusto tipicamente electricwizardiano e con una vaga inclinazione al funeral doom degli Asunder lasciano spazio nello scorrere del pezzo ad una crescente e incalzante rapidità, per tornare ad una tetra atmosfera lenta e maligna.
Tirando le somme, dopo esserci immersi tra putridi acquitrini e muri sonori fatti di comatosa depressione e di odio brutale, possiamo affermare di trovarci davanti ad un ottimo lavoro, che ci ribadisce l’ottimo stato di forma di due band assolutamente da seguire all’interno del vasto panorama dello sludge più imbastardito.
(Dry Cough Records)
Side A
Primitive Man – Cold Resolve
Primitive Man – ServantSide B
Sea Bastard – The Hermit