U.M.A. ci ha folgorato sin dal primo ascolto col suo particolarissimo mix di black metal ed elettronica non convenzionale, esulando sia dai recenti schemi post- di matrice americana sia dai grandi nomi del passato che già avevano tentato sperimentazioni meno ortodosse. I Progenie Terrestre Pura ci hanno così regalato un piccolo grande disco d’esordio che affronta tematiche assai complesse in maniera assolutamente non banale e che conferma ancora una volta come il black metal sia un genere di amplissimo respiro, intrinsecamente portato a subire e proporre le più disparate manipolazioni e sperimentazioni, in questo caso più che riuscite.
Abbiamo scambiato qualche parola coi diretti interessati per capire la genesi e il proseguo il progetto Progenie Terrestre Pura.
Ciao ragazzi, benvenuti su Grind On The Road e grazie per il vostro tempo! U.M.A. è uscito ufficialmente in aprile, dopo otto mesi come è stato recepito in generale il vostro album? Nonostante il cantato in italiano (che personalmente ho apprezzato tantissimo ma che potrebbe essere un limite per chi non conosce la lingua), il disco è riuscito a fare breccia anche al di là delle Alpi?
Ciao, grazie a te per l’intervista!
U.M.A. è oramai fuori da un p0′ di tempo e sembrerebbe aver fatto breccia nelle persone. Le vendite sono state ottime (per i nostri piccoli standard s’intende), la reazione della critica è quasi sempre positiva e, in generale, le parole rivolte lo premiano, quindi direi che è un buon successo, anche all’estero appunto. Il nostro uso della voce è comunque un qualcosa che, alla fine, non è un elemento predominante nella canzone (cantare in italiano un pezzo metalcore o death metal sarebbe maggiormente significativo), quindi anche chi non comprende l’italiano può goderselo tranquillamente, credo quanto (o quasi) chi capisce la nostra lingua madre. Inizialmente, tra l’altro, credo che U.M.A. sia stato meglio recepito al di là delle Alpi che in Italia, a livello generale; solo ultimamente mi sembra che, anche qui, si sia “messo in pari” a livello di seguito.
Mentre ascoltavo U.M.A. ho buttato l’orecchio anche sul Promo 2011 e sono rimasto spiazzato dalla profondità e stratificazione che “Sinapsi Divelte” e “Progenie Terrestre Pura” hanno acquistato nel tempo intercorso fra i due. Ora siete pienamente soddisfatti del risultato o avreste aggiungo/cambiato qualcos’altro? In generale, quanto il progetto Progenie Terrestre Pura è musicalmente in evoluzione e in movimento?
Lo è sempre, davvero, è alla base di questo progetto. Senza snaturarsi o perdere noi stessi, quando componiamo un pezzo cerchiamo sempre la particolarità che lo distingua dagli altri nostri brani, l’influsso – esterno -, preso chissà dove, che porti il distinguo. I due brani del promo, tranne la produzione, non hanno un granché di diverso su U.M.A.; “Sinapsi Divelte” ha qualche perfezionamento qui e lì, ma davvero poca cosa (ed è un brano che ci ha fatto dannare, in termini di produzione, fin dal Promo 2011), mentre l’omonima credo, se non ricordo male, di diverso solo ed esclusivamente qualcosa sulla batteria, quindi ancora meno. La stratificazione che dici credo sia solo data dalla produzione meglio curata da parte di MZ; nel Promo 2011 sia io che Nex[1] eravamo veramente agli inizi in questo campo e abbiamo fatto del nostro meglio, consci dei nostri grossi limiti. Siamo comunque soddisfatti, lo eravamo nel promo e lo siamo, maggiormente, con U.M.A..
Ascoltandovi ho provato a fare qualche associazione mentale con altri gruppi che hanno intrapreso una via meno convenzionale di suonare black metal o di mischiarlo con altri generi (Arcturus, Ved Buens Ende, …And Oceans per dirne alcuni) ma mi sono accorto che il paragone proprio non sussiste e che probabilmente anche le metodologie di lavoro sono diverse: secondo voi in cosa sta l’originalità e la peculiarità di Progenie Terrestre Pura?
Un’azzeccata combinazione di suoni e, sostanzialmente, il voler suonare in maniera personale senza preoccuparsi di guardare gli altri. Anzi, a dirla tutta, ci siamo sempre guardati dal NON suonare come gli altri se proprio vogliamo dirla tutta, ma comunque l’importante per noi è sempre stato cercare il nostro suono, chiaramente – ovvio – figlio dei nostri ascolti. Ogni traccia è di per sé pensata prendendo spunto da quei gruppi che ci piacciono: l’omonima era figlia della primordiale visione del progetto, ovvero Darkspace + Wolves In The Throne Room + Psybient (Solar Fields, Carbon Based Lifeforms, ecc. ecc.), già “Sinapsi Divelte” incorporava spunti più “prog” che prendemmo pensando a gente come Isis ed Enslaved ed un finale che paga tributo a Burzum (tanto caro ad Eon[0]) + l’aggiunta di glitch tipici di gente come gli Autechre (quindi IDM) oltre le solite nostre atmosfere, e via così: potremmo citare traccia per traccia vari gruppi/influenze che abbiamo riversato nel nostro sound, ma noi non suoniamo come questi gruppi né vi assomigliamo troppo ed in effetti nessuna recensione o nessun commento che io ricordi, negativo o positivo che sia, ci ha accostato – troppo – ad altri gruppi. Non sappiamo come lavorino gli altri o che metodi abbiano, il nostro “metodo” (che poi non è metodo ma semplice pensiero) è semplicemente avere una visione d’insieme alla base del progetto (che ci aiuta a non divagare) nella quale riversare dentro i nostri gusti musicali: il prossimo disco probabilmente spiegherà ancora meglio il nostro “metodo”.
A costo di ripetermi considero il black metal come il genere che forse più di tutti nel bene e nel male porti a tentare innovazioni, nuovi approcci o tematiche meno ortodosse slegate dagli stereotipi degli anni ’80 (il filone depressive, la recente scena cascadian, la rinascita norvegese o la follia francese per esempio), voi come mai avete scelto proprio questo genere come base di partenza e perché unirlo con effetti psybient (il semplice ambient forse è ormai un’abitudine)?
Abbiamo scelto questa combinazione per interessi comuni, sia musicali che di tematiche: sostanzialmente ascoltiamo sia metal che elettronica ed entrambi siamo appassionati di sci-fi; esplorando i vari suoni ci siamo accorti che questa combinazione poteva fare al caso nostro e in più creare anche qualcosa di originale o quantomeno personale. Non è stato un processo forzato per far coesistere generi tutto sommato distanti, né una strada intrapresa per suonare originali a tutti i costi; noi piuttosto lo vediamo come il nostro linguaggio musicale, il modo per mettere in musica l’anima/concept del progetto. Il discorso ambient – psybient magari per alcuni non ha senso, ma analizzando bene le differenze ci sono: l’ambient è più statico e ipnotico, lo psybient avendo radici anche nella trance è una sorta di ambient “narrativo” che si concentra di più sulla struttura delle tracce, alternando momenti ipnotici a intensi climax o parti più ritmate.
Quando si parla di tematiche legate alla tecnologia o al rapporto uomo – macchina si finisce con l’impaurirsi di fronte alla possibilità della freddezza che tale rapporto implica, come se l’essere umano dovesse per forza lasciar soccombere il suo lato emotivo/razionale in favore di una tecnologia sempre più “massificante” e impersonale. Ora, avendo letto i testi di U.M.A. (Uomini, Macchine, Anime appunto), mi sembra che quello che vogliate far trasparire sia decisamente tutt’altro…
Diciamo che solitamente si è sempre puntato sull’effetto apocalittico, il futuro è spesso visto come uno scenario instabile se non addirittura completamente compromesso (se ci si pensa, negli anni ’80 esisteva praticamente solo questa visione!). Noi non stiamo dalla parte opposta, semplicemente non chiudiamo automaticamente la porta alla possibilità di scenari più positivi in cui l’uomo sia parte attiva e consapevole invece di massa passiva e alienata. La tecnologia non è in sé qualcosa di negativo o positivo, una scelta tra bianco o nero, ma un mezzo che può essere usato in vari modi: così come è vero che può sfuggire di mano e creare danni, è anche vero che può portare benefici e arricchire in vario modo la nostra specie, ma anche il mondo intero. Paradossalmente maggiore tecnologia vuol dire anche maggiore efficienza e miglior sfruttamento delle risorse disponibili, e non invece plastificazione e cementificazione (che sarebbe solo maggiore economia): serve tecnologia per creare un sistema efficiente basato su risorse rinnovabili, al contrario invece del presente dove a causa di tecnologie (o scelte??) arretrate siamo fermi al petrolio. Questo dimostra come, analizzando da più punti l’argomento, sia praticamente impossibile schierarsi da una parte o dall’altra, fermarsi ad un dualismo che di per sé non esiste.
Paradossalmente, non me ne vogliate, ho sviluppato una specie di adorazione per “La Terra Rossa di Marte”, brano solamente strumentale e quello di stampo più “elettronico” che mi pare abbia una capacità di evocare scenari marziani più spiccata degli altri brani (forse proprio perché meno metal in senso stretto). Come mai una scelta di questo tipo? Nel futuro questo tipo di scelta potrebbe trovare ancora più spazio all’interno delle vostre composizione?
Ma per fortuna c’è qualcuno che lo apprezza! C’è la strana idea che un pezzo strumentale in qualche modo valga meno o sia messo lì solo come intermezzo/pausa tra i pezzi “importanti”: niente di più sbagliato! Forse questa visione deriva da un ascolto rock-centrico dove di solito le canzoni sono cantate, ma se si sposta l’attenzione verso lidi elettronici lì il discorso cambia, addirittura si capovolge: spessissimo non c’è il cantato, ci sono “solo” tracce strumentali. “La Terra Rossa di Marte” in effetti è il nostro esperimento “elettronico”, anche se comunque poi si inseriscono i classici chitarra-basso-batteria, influenzato sì da generi quali l’ambient techno di metà anni ’90 ma pure appunto da gruppi rock come Pink Floyd o Ozric Tentacles; in effetti finiamo sempre per mescolare varie tipologie di sound, è più forte di noi, probabilmente perché come duo non abbiamo una reale preferenza tra metal e elettronica.
Penso che gli aspetti grafici e visivi siano assai importanti per un’uscita singola o per un gruppo e il progetto Progenie Terrestre Pura (partendo dal sito ufficiale e dall’artwork di U.M.A. fino al merchandise) mi sembra che abbia le idee abbastanza chiare in merito: nonostante la distanza geografica che vi separa e le difficoltà che ne possono suscitare, avete mai pensato ad un live con visuals attinenti? Vedo che spesso artisti legati all’elettronica (penso agli Ulver, oppure a Demdike Stare, Murcof e progetti simili) ne fanno largo uso, ed effettivamente l’aggiunta della componente “visiva” coinvolge ancora di più chi ascolta in quello che viene suonato…
Se mai suoneremo live (il progetto è partito come esperienza da studio, tra gli altri fattori anche per la distanza, ma mai dire mai), faremo di tutto per avere il miglior sound e anche effetti visivi a tema! È un aspetto che viene appunto curato molto di più negli act elettronici, nel metal viene usato molto meno forse perché ci si concentra più sull’impatto che sull’atmosfera, quindi alla fine “visuals” si riduce alle luci che si accendono e si spengono (c’è così la creazione di un contrasto – un impatto forte a livello visivo – più che un effetto con un “senso” vero e proprio). Per noi, che curiamo molto l’aspetto visivo e alla fine puntiamo molto anche sull’atmosfera, sarebbe invece importante non fermarci al telo con il nome o il logo della band. Se mai faremo qualche data, è praticamente certo che sfrutteremo anche l’effetto visivo, pensiamo che sia importante per poter immergersi nel nostro sound.
Per concludere, quali sono i progetti futuri dei Progenie Terrestre Pura? Siete già al lavoro su del nuovo materiale?
Sì, c’è già pronto qualcosa da un pò di tempo. Ora siamo in una piccola fase di stallo e probabilmente riprenderemo i lavori a tempo pieno sul nuovo album solo in primavera 2014. Al momento siamo concentrati sul far uscire una versione in vinile di U.M.A., ma non siamo sicuri al 100% di farcela, e abbiamo l’idea di raccogliere materiale per un EP – a data da destinarsi – e… nient’altro al momento.
Grazie ancora per il tempo che ci avete concesso e ancora complimenti per Uomini, Macchine, Anime!
Grazie a voi per il supporto!
Ciao!