I diavoli della Tasmania sono tornati, a tre anni di distanza da The Inherited Repression. Nel mentre gli Psycroptic hanno anche cambiato etichetta discografica, passando dalla prestigiosa major Nuclear Blast Records alla comunque ben nota Prosthetic Records. Questo importante cambiamento sembra non aver pesato più di tanto nell’economia né sulla costante evoluzione sonora e artistica della band: da sempre ogni album degli australiani è molto diverso dal precedente e ovviamente anche quest’ultimo non fa eccezione. Il loro tech death è sempre più contaminato da influenze moderne.
La psichedelica “Echoes To Come” è il brano di apertura. Fin da subito notiamo delle differenze sostanziali rispetto ai lavori precedenti. Infatti, subito dopo l’intro, la band preme sull’acceleratore e la canzone letteralmente si trasforma: cambi di tempo e addirittura alcuni breakdown danno forma alla nuova anima degli Psycroptic. In tutto il disco sono inoltre presenti piccoli frammenti acustici che regalano rilassatezza e maggior fruibilità all’ascoltatore. “Setting The Skies Ablaze” è uno dei brani più particolari del lotto, capace di fondere un’anima thrash con la componente hardcore sempre meno nascosta nel sound della band, che si prodiga sempre nella composizione di riff molto intricati e contorti. “The World Discarded” è invece la traccia più old school proposta dal gruppo australiano, feroce e senza pietà. La voce del cantante, sempre più votata all’hardcore (preferivamo il timbro adottato agli inizi, di stampo molto più death), è sì graffiante, ma a volte non riesce ad incidere più di tanto e sembra non andare a braccetto con la musica e l’armonia. La produzione invece è sempre stellare, anzi ancora più cristallina dei lavori precedenti.
Che dire infine di questo album? Senz’altro Psycroptic è molto divertente e suonato con gli attributi. Purtroppo uno dei difetti principali della band, cioè la costante sensazione di freddezza emotiva, persiste. Fortunatamente questa mancanza di empatia è ben bilanciata dalle idee in sede compositiva, che poi è ciò che realmente conta. Comunque sia si tratta di un ottimo esordio con la nuova casa discografica, che mantiene alta l’attenzione sulla band e lascia come sempre curiosi di scoprire quale direzione prenderà la band con il prossimo lavoro.
7.5
(Prosthetic Records, 2015)
01. Echoes To Come
02. Ending
03. A Soul Once Lost
04. Cold
05. Setting The Skies Ablaze
06. Ideals That Won’t Surrender
07. Sentence Of Immortality
08. The World Discarded
09. Endless Wandering