Trent’anni sono un traguardo ragguardevole per una band. Per chi fa musica pesante, direi che è ancor più notevole arrivare a spegnere così tante candeline. I francesi Psykup, qui al sesto album (tanti anni, pochi dischi, ma tant’è: come dice il saggio, conta la qualità, non la quantità), sono una delle formazioni più eclettiche, e per questo sottovalutate, che abbia avuto la fortuna di ascoltare. Ed apprezzare, com’è ovvio che sia davanti a un crossover che ripercorre, con genialità e padronanza, tutto lo spettro musicale. Se nei primi tre dischi la band era più debordante, cani sciolti liberi di scorrazzare in lande sconfinate, consumata la reunion nel 2014 – dopo quasi sei anni di silenzio – ecco che i Nostri hanno scelto di alleggerire il carico della follia, evidenziando una maggiore maturità, una sorta di compostezza nella composizione di brani che, per onestà intellettuale, riescono ugualmente a sorprendere per i continui sali e scendi stilistici. Perché puoi tenere i Psykup lontani dalla follia ma non riuscirai mai a tenere lei, la follia, lontana da loro.
Ed ecco quindi che The Joke Of Tomorrow suona elegante, la band si è vestita di tutto punto, sono i fidanzati da presentare alle nostre figlie, l’educazione e il gel, le buone maniere e l’eloquio forbito. Poi cala la notte, cala la maschera, probabilmente calano anche i pantaloni e non importa chi prende e chi da, lo scherzo del titolo è anche questo. Una lama deathcore che tagliuzza carni pregiate dal DNA pop. Un trapano grind che penetra pareti dritte e rigide da busti e portamento jazz. Il valore aggiunto di questo nuovo album è il nuovo cantante Matthieu Romarin (in sostituzione di Matthieu Miegeville, membro fondatore della band transalpina) che sulle parti più tirate riesce a modulare, variegandolo, il suo growl, permettendo così alla voce di Julien Cassarino di emergere al meglio sui toni medio alti, Insomma, l’armonizzazione spiegata bene, a suon di canzoni che sono tutte delle potenziali hit. The Joke Of Tomorrow è un telegramma, vive di interruzioni, stop and go, inutile mettersi comodi, lasciate le pantofole al loro posto, è già ora di andarsene. Un disco che è un girovagare in lungo e in largo tra le varie correnti musicali ma, come detto, con una maggiore, e probabilmente mai avuta, consapevolezza dei propri mezzi.
Ora si ha la vivida sensazione, che diventa concreta realtà, che la band sappia davvero completare il suo percorso. C’è una partenza, c’è un arrivo, in mezzo mille tentazioni e al diavolo! si vive una volta solo, date loro tutte le fottute mele. E pure il serpente, che i pantaloni sono ancora alle caviglie.
(Verycords, 2025)
1. I Will Let You Down
2. Drinks on Me
3. Rise and Fall And…
4. Same Player
5. Bigger Than Life
6. Child Interrupted
7. Whispers in the Morning
8. Death in the Afternoon
9. Fear Is the Key
10. Losers Only
11. Burn After Hearing
12. The Joke of Tomorrow