La musica sperimentale dei Qadmio, trio psych rock nato a Bologna, catapulta l’ascoltatore un delirante viaggio allucinante che affonda le radici nella musica complessa a tinte post-rock, mescolando le idee e i diversi elementi che compongono la loro proposta per creare qualcosa di eccellente fattura. Dopo l’esordio astrale di Apotrophical nel lontano 2017 e quattro singoli pubblicati nell’estate 2021, la band sforna un mini EP di due brani (Fuggi/Mialaska) nel 2023, che anticipa l’uscita di questo nuovo full length omonimo interamente autoprodotto. Al suo interno troviamo un geniale concept album di nove tracce dalla scrittura solida, per rilassare e nello stesso tempo scuotere emozioni nascoste in un sogno mistico e lussuoso.
Il brano d’apertura “La Giungla” avvia una percussione tribale interessante dove il passaggio danzante della chitarra abbraccia una composizione sensazionale e di grande qualità. Il fraseggio di basso e chitarra immergono le melodie in uno spazio lontano pieno di sussulti; sulla parte finale poi le distorsioni si fanno più decise fino a rilassarsi in un giro tranquillo e un assolo virtuoso. Segue “Mialaska” con un arpeggio morbido e una batteria che cresce al rilento, qui un testo malinconico si prende gran parte della scena per una drammatica interpretazione prima di esplodere in un riff corposo e un sensibile sussurro. “Fuggi” è un brano stupendo che tocca corde melodiche in chiave ambient, sulla linea vocale una triste sensazione cerca di liberarsi da una stretta morsa per lanciarsi nel ritornello monumentale; una traccia perfetta e ben orchestrata. Sulle note di “Jessica”, invece, i Nostri raccontano un’amorevole storia disegnando una figura ben precisa e preziosa, accompagnata dal delay dolce. Con la seguente “Sabbie Nere” torniamo nell’oscurità maligna di un passaggio a tinte doom, dove parole urlate e represse del vocalist Salvatore descrivono un monologo poetico e una jam rumorosa conclusiva. Ci avviciniamo a passi spediti verso l’epilogo passando per la suite progressive di “Doom Caraibico”, una canzone martellante con un basso ringhioso e una ritmica geniale che ricorda le emblematiche sinfonie dei Soft Machine e le polverose vibrazioni dei più recenti Bigelf. Stesso discorso vale per la seguente “Gelizam” e l’infernale tappeto travolgente di suoni acidi. Sulla penultima traccia “Agave” veniamo cullati in uno degli attimi più belli dell’intero lotto con la linea vocale dal forte impatto emotivo e un bridge centrale che sporca a dovere una produzione sentimentale, sul reprise finale infine l’energia si fa sentire senza mai arretrare. Chiudiamo con “Albe”, un brano che ricorda lo stile dei Verdena con l’alternative rock leggero e il ritornello spaziale finalizzato dai rumori infiniti di un’effettistica attenta.
I Qadmio sono una meravigliosa realtà che in sordina sta prendendo piede nell’underground attuale; con questo disco racchiudono un vortice pazzesco di suoni furiosi e una leggera carezza narrativa.
(Autoproduzione, 2024)
1. La Giungla
2. Mialaska
3. Fuggi
4. Jessica
5. Sabbie Nere
6. Doom Caraibico
7. Gelizam
8. Agave
9. Albe