Transatlantic // Transiberian celebra il maestoso ritorno dei “poeti post-rock” Goodbye, Kings, dopo l’ottima accoglienza della critica di The Cliché Of Falling Leaves e la sua interpretazione cinematografica.
Questo nuovo lavoro si sviluppa attraverso due macro-tracce che rappresentano i due grandi viaggi del secolo scorso: uno narra la traversata atlantica verso l’America, l’altro segue la grande ferrovia che conduce fino all’Estremo Oriente. Dai porti della cultura europea, l’ensemble milanese invita l’ascoltatore in un viaggio attraverso spazi e tempi differenti, con la magnificenza orchestrale data dalla resa musicale dell’ampio spettro post-rock della band, autentico e romantico.
I Goodbye, Kings sono una creatura singolare. Originari di Milano e poco conosciuti al di fuori dei circoli underground italiani, dove rappresentano una vera istituzione, hanno affinato nel corso degli anni un approccio compositivo da “big band” davvero peculiare e impressionante. Oscillando tra i 10 e i 20 musicisti, le loro costruzioni sonore orchestrali risuonano con la grandezza dei Godspeed, affascinano con la complessità tipica dei Grails, e spiazzano con la stranezza dei Mogwai, il tutto con un’eleganza stilistica ben riconoscibile.
Apprezzati per la qualità cinematografica narrativa e immersiva delle loro composizioni, i brani dei Goodbye, Kings si muovono con delicatezza tra catarsi eterea e colonna sonora, possedendo una qualità quasi surreale che evoca memorie di passati “mai vissuti”. Un vero tripudio per i sensi: questi paesaggi sonori carichi di suspense hanno la forza di materializzare immagini davanti agli occhi dell’ascoltatore, trasportandolo tra futuri lontani e passati vicini, come dentro una macchina del tempo sonora.
Padroneggiando lo stile dell’“ensemble post-rock”, il nuovo album Transatlantic // Transiberian propone due suite di circa 20 minuti ciascuna, che raccontano i rispettivi viaggi e attraversamenti di continenti e culture.
“Transatlantic” è la suggestione di un viaggio trans-oceanico: pianoforte e chitarre imitano il moto ondoso, per poi cedere il passo a un caos orchestrato di chitarre, basso, percussioni, piano, fiati e archi che trascinano l’ascoltatore evocando l’imprevedibilità delle correnti, la volatilità del clima, la solitudine della distesa oceanica e i pericoli nascosti sotto la superficie.
“Transiberian” riprende da dove “Transatlantic” termina, con un approccio più lineare che richiama i binari ferroviari cui fa riferimento il titolo, trasportando l’ascoltatore attraverso le distese gelide e infinite della tundra siberiana. Ancora una volta, chitarre e pianoforte echeggiano la cadenza di un treno prima che il brano si evolva, esploda e si dissolva in un vortice di suoni e visioni. Più contenuto ma anche più esplosivo, si chiude con un finale infuocato che risuona a lungo anche dopo il malinconico saluto dell’album.
In uscita il prossimo 2 maggio, pubblicazione a cura di Dunk! Records e Overdrive Records.
Pre-order attivi dal 18 aprile su Dunk! Records
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venerdì 2 maggio Biko Milano
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