C’erano una volta gli All That Remains, famosa band metalcore americana. Ascoltando questo settimo album sorge spontanea una domanda: non è che ho messo su il disco di qualcun altro? Dello stile originario della band è infatti rimasto ben poco, sembra di ascoltare i Nickelback in certi momenti. La vena melodica e sdolcinata ha preso il sopravvento, cancellando tutto il resto.
Purtroppo questa nuova fatica non è un ritorno ai tempi d’oro di The Fall Of Ideals, che rappresentava il giusto connubio tra potenza e melodia anche se già allora era dietro l’angolo il pericolo di una svolta commerciale, che puntualmente è arrivata a limitare una adeguata maturazione e soprattutto le enormi potenzialità manifestate. Questo full-length è pieno di riff banali e già sentiti. La voce del leader Phil Labonte (che già aveva definito questo album “strano”) si è tanto addolcita da far venire il latte alle ginocchia, e ruggisce in pochissimi casi. Le sonorità proposte sono decisamente troppo easy-listening per il pubblico –core abituale, le chitarre non sembrano essere particolarmente ispirate a parte un paio di assoli di stampo hard rock. In tutto questo concentrato di banalità di cui è farcito The Order Of Things, che almeno scorre abbastanza rapidamente, spiccano la gradevole ballata “For You”, per quanto caratterizzata da un ritornello abbastanza scontato, e “Trv-Kvlt-Metal”, che riporta in auge le loro influenze swedish. Quest’ultimo brano è uno dei pochissimi dotati di carattere e pieno di adrenalina, una boccata d’ossigeno in questo minestrone senza senso. Tutto il resto è noia.
La sensazione che questo album sia studiato a tavolino è fortissima, pare infatti studiato apposta per fagocitare ed irretire nuove frange di fan. Sicuramente si tratta di un album prodotto bene, ma manca clamorosamente di contenuti. Sarebbe impietoso paragonare questo disco ad uno qualsiasi di quelli che già compongono la discografia degli All That Remains: non buttate soldi nell’acquisto di un album spropositatamente sbilanciato e noioso.
5.0
(Razor & Tie, 2015)
01. This Probably Won’t End Well
02. No Knock
03. Divide
04. The Greatest Generation
05. For You
06. A Reason For Me To Fight
07. Victory Lap
08. Pernicious
09. Bite My Tongue
10. Flat Empire
11. TRU-KVLT-METAL
12. Criticism And Self-Realization