I Rest nascono nel 2014 a Udine e il 10 aprile di quest’anno pubblicano il loro debuto omonimo, un breve ep formato da cinque tracce senza nome.
Il quartetto ha ‘’studiato a pappagallo’’ quello che oggi viene definito blackened hardcore, questo stile negli ultimi anni ha avuto un grande boom demografico e il proliferare di tante formazioni purtroppo ha abbassato come spesso succede la qualità delle produzioni che mano a mano escono. La formula è quella ormai standard con sfuriate hardcore, qualche ritmica blast-beat, potenti rallentoni e qualche divagazione strumentale per allungare il brodo. Registrato discretamente anche se la voce viene in qualche momento subissata da tutto il resto, notiamo un gusto che si rifà al death svedese dei primi anni 90 per quanto riguarda il suono delle chitarre.
I Rest tentano di cavalcare l’onda, seguendo o almeno provandoci il sentiero tracciato da formazione come All Pigs Must Die, Rise & Fall e Harm’s Way senza cercare per nulla di metterci del proprio, eppure la competenza tecnica per farlo sembra esserci è l’estro che manca. Questo esordio difetta completamente di carattere, confinandosi purtroppo nella mediocrità.
(Autoproduzione, 2016)
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5. V