I SARS sono finlandesi, arrivano da Turku, seconda area urbana dopo la capitale Helsinki: qui l’industria la fa da padrone, così come la natura (quasi) selvaggia di gran parte del territorio. In un contesto simile è naturale sposare la causa della musica pesante, in questo caso un hardcore molto metallizzato, che lambisce spesso le sponde death metal e grindcore (soprattutto per l’attitudine). Il quintetto, diventato tale durante il 2021 con gli ingressi del poliedrico cantante Antti Honkanen, dotato di un’ugola al vetriolo ma poco incline alla banalità che spesso affligge il genere, e del bassista Vilho Laaksonen, andando così a completare la formazione originaria – Timo Heikkilä alla batteria, Sami Leinonen e Juuso Linsamo alle chitarre, tutti e tre impegnati anche nei cori, vero fiore all’occhiello di questo debutto – ha lavorato di cesello ed è riuscito a creare un sound piuttosto originale e ben definito.
Durante l’ascolto di questo Nothing Hurts Quite Like Life, che ha una durata snella e calibrata con i suoi trentasei minuti, la musica procede lenta e inesorabile come una colata lavica. C’è coerenza stilistica, da non confondersi con il mero copia/incolla tanto caro ad altre band della scena, e i Nostri riescono a gestire al meglio potenza e melodia – e qui le chitarre e il parco voci recitano il ruolo dei protagonisti – dove la prima non si rivela inutilmente parossistica mentre la seconda non scade mai nella facile cantilena acchiappaconsensi. La produzione è più che buona ma se devo trovarne un piccolo difetto, ecco, direi che il basso (strumento che nel contesto hardcore è quasi un farmaco salvavita) viene un pò coperto dal marasma perpetrato dai restanti componenti della band; il suono finale comunque rimane nitido, con una “sabbia” di fondo che è propedeutica alla proposta del quintetto.
Descrivere l’ascolto canzone per canzone sarebbe inutile, i dieci brani vanno a costituire un flusso vibrante, a tratti lacerante, durante il quale l’ascoltatore si tramuta in una pignatta di festa paesana sul finire di una calda estate; mazzate da tutte le parti ed il premio è un’opera prima davvero di valore. Datemi retta: lasciatevi abradere, la goduria è un gratta e vinci dalle tinte hardcore.
(Time To Kill Records, 2024)
1. So Cold
2. Stench of Profit
3. Nothing Hurts Quite Like Life
4. Away From My Mind
5. Solstice
6. Blightbearer
7. Bitter Soil
8. Not for the Violence
9. It Still Hurts
10. Gray