A seguito dell’ottimo debutto omonimo, i cesenati Sedna sfornano un’ altro album, più ragionato e meno veloce nei confronti del predecessore; Eterno è un disco che fa calare drasticamente dentro di noi una densa coltre di oscurità. Ci siamo addentrati, in anteprima, nei quattro brani che lo compongono, cercando nel possibile di uscirne bene.
“Pillars Of Creation I/II”
Echi, riverberi, arpeggi, suoni puliti e lontani creano subito una dimensione astratta e avvolgente, che cresce giro dopo giro per poi essere accompagnata dal basso (che qui appare come il pulsare di una bestia a terra in fin di vita) ; il risultato è una serie di trame stratificate che si fanno sempre più fitte e serrate, fino al punto di esplodere in una sorta di post black metal molto irruento e feroce, nel quale l’attacco delle vocals si trasforma in un animale che punta dritto alla giugulare. Gli ottimi e mai banali saliscendi sono davvero ben inseriti nella prima parte del brano; nel secondo capitolo, invece, il trio riversa il proprio dolore in tempi serrati, intervallati da momenti più cauti, pungenti e malinconici. La chitarra funge da pilastro portante, innalzando un’imponente palazzo di un unico colore : il nero. I brani sono due, vengono divisi in capitoli per dare fiato all’ ascoltatore, ma suonano come un unico pezzo da diciotto minuti.
“Mountains Of Creations”
L’apparente calma iniziale inganna e veniamo in breve tempo colpiti da riff circolari capaci di rinchiuderci in un’enorme stanza oscura senza finestre e senza luce. La felicità è sepolta sotto a strati bui stesi dai Sedna sul pavimento minuto dopo minuto. La voce di Crisa, a differenza dei lavori precedenti, qui è maggiormente disperata e lacerante, fungendo da valore aggiunto e creando tensione, strazio e tristezza, in ogni angolo. Allo stesso modo i tachicardici e serrati tempi della batteria fanno riaffiorare in noi flashbacks di vita vissuta male. Nel finale emergono passaggi maestosi di rara fattura, che rendono questo brano una suite atmosferica di oltre venti minuti, capace di rapire l’ ascoltatore ed evidenziare la crescita e le qualità musicali della band. Questo pezzo, da solo, vale il prezzo del biglietto.
“Eterno”
La chiusura è affidata ad un brano totalmente strumentale e drone, che trasporta e fa fluttuare la nostra anima nei posti più desolati e sinistri, impossibili da raffigurare neppure per la nostra fantasia. Che si allineino i pianeti o no, qui ci troviamo dentro ad un viaggio spaziale.
Eterno dura una cinquantina di minuti ed è stato registrato dietro a casa della band, al Sound Scape Studio di Forlì; il tutto è stato affidato alla produzione di Colin Marston, per un risultato finale decisamente ottimo. I Sedna hanno abbandonato una buona parte del feroce ed oscuro experimental/black metal che fino ad ora avevano proposto, per passare ad un suono introspettivo, fatto di depressione e tristezza (appare un po’ riduttivo catalogarlo come black metal), lasciando molto spazio alle sensazioni negative che si celano nel profondo di ognuno di noi.
Con questo nuovo lavoro i Sedna riescono davvero a farci aprire i nostri occhi interiori, nonostante l’atmosfera da loro evocata sia più nera che mai. Se non avete ancora mandato giù la fine degli Altar Of Plagues, se vi piacciono le cose senza schemi dei Caina, o se vivete nel clima fatto di pessimismo tanto caro ai Lifelover, allora non fatevi scappare questo lavoro. Brano dopo brano, questo disco scava dentro di voi, facendo riemergere il vostro male di vivere, che in questo caso, che lo vogliate o no, è Eterno.
(Drown Within Records, Unquiet Records, Icore Produzioni, Wooaaargh, Prostor Records – 2016)
1.Pillars Of Creation I
2.Pillars Of Creation II
3.Mountains Of Creations
4.Eterno