Il duo sperimentale sloveno Shadow Universe intraprende un nuovo intenso cammino racchiuso in questo nuovo capitolo in studio dal titolo Subtle Realms, Subtle Worlds, prodotto per l’etichetta inglese Monotreme Records. Nel loro terzo album la band cerca di incapsulare un ecosistema distorto e dormiente, seguendo l’ombra aggressiva e post-metal del precedente Speaking for Clouds del 2018. Il viaggio magnetico che prende vita nelle sei tracce è un paese delle meraviglie melodico e orchestrale, dove i pianoforti si mescolano agli archi fino a scuotersi in maniera godibile sulle distorsioni ruvide che si innalzano sulle durate corpose e complesse. Il risultato è una colonna sonora audace, con sinfonie mistiche che trasportano la mente dentro un mondo luminoso e personale.
L’apertura sensibile di “Organism” parte in modo discreto con un sound triste e malinconico, il tiro elettronico innalza un feedback enorme e la batteria a piccoli passi segue il suo tempo matematico; il bridge poi esplode come un’onda energica, carica di vibrazioni pesanti, per un brano notevole e di spessore. Segue “Don’t Look at It and You’ll See It”, che ci catapulta all’interno di un emozione drammatica con degli archi stupendi e il tocco neoclassico del pianoforte. Le sensazioni ci portano in un’epoca antica su un ritmo incalzante delle percussioni. Infine la scena si tinge di oscuro in un’atmosfera fredda, che nel finale si illumina verso una tematica precisa e più morbida. “Hymn for the Giants” invece è una composizione incredibile, con il cinguettio di uccellini che aggiungono un simbolo importante e fiabesco alla traccia. La violenza inaudita delle chitarre poi spazza via in modo furioso la leggerezza iniziale, fino all’atto conclusivo del rumore cosmico. Altrove, sulle note di “Losing Home” ci perdiamo in paesaggi desolati, alla ricerca di un sentimento struggente con il riverbero infinito dei pianoforti, che avvicinano l’ascolto a band del calibro stile 65daysofstatic, con meno elettronica e ritmi martellanti al suo interno. A completare il brano notiamo un assolo emblematico di sassofono e una batteria che si scaglia con violenza dentro un vortice ampio e frenetico. Con “Antares Goes Supernova” invece ci spingiamo a rilento verso la fine, con una tematica che narra un concetto attento e pulsa uno stato d’animo rabbioso, ed è qui che tornano gli accenni di post-metal, prima di esplodere come la stella più radiosa. L’album si conclude con il brano più lungo del lotto, che ci cattura appieno nella sua spettrale vibrazione: “Season of Eternal Maze” esplora un leggero tappeto sonoro di grande bellezza, con un crescendo eccellente nel tiro finale, per una delle tracce migliori di questo disco.
Gli Shadow Universe tornano a stupirci con un capitolo dolce seppur breve, esplorando nuovi confini per le loro capacità musicali di grande classe e lasciando ancora una volta tutti con il fiato sospeso.
(Monotreme Records, 2022)
1. Organism
2. Don’t Look at It and You’ll See It
3. Hymn for the Giants
4. Losing Home
5. Antares Goes Supernova
6. Season of Eternal Maze