Nella fredda Russia abbiamo scoperto una giovane band molto interessante: gli Shokran. Alle spalle hanno due dischi di ottimo livello, e adesso, con l’uscita del nuovo Exodus, mostrano di non volersi fermare. Abbiamo scambiato due chiacchiere con loro, che si sono dimostrati umili, coi piedi per terra e con le idee ben chiare. Ingredienti necessari per il successo. Ve li vogliamo presentare, insieme alla recensione del disco che trovate a questo link.
Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di Grind On The Road. Presentatevi ai nostri lettori e spiegateci il significato del vostro moniker.
Ciao a voi GOTR. Noi siamo gli Shokran e il significato di questo nome ha origini piuttosto strane. È la trascrizione della parola araba “Grazie”, anche se ci piace di più per come suona che per i significati che può avere questa parole.
Il sound orientale della vostra musica è ben riconoscibile, da dove l’avete tirato fuori?
Dall’amore incontrollabile di Dmitry per la scala minore melodica (scherziamo). A dire il vero non abbiamo mai pensato ad un’idea di sound fatta a tavolino o che seguisse determinate mode, niente di tutto questo. Ci piace l’idea di creare musica che ci piaccia prima di tutto. Qualcosa che sia interessante, inusuale e bello. Potrebbe essere qualunque cosa a partire dalla scala araba fino ad arrivare ai riff metal old school. Non ci sarà una grande differenza (per come la vediamo noi), il nostro obiettivo è trasmettere emozioni agli ascoltatori e anche a noi creatori.
Perché avete impiegato così tanto tempo per realizzare il vostro nuovo album Exodus? Cosa non ha funzionato fino adesso?
Ci sono stati un sacco di fattori che abbiamo dovuto affrontare per realizzare Exodus. Per riassumere, prima di tutto siamo già stati praticamente pronti per pubblicare l’album, tutto il lavoro era pronto, mancavano solo pochi dettagli, ma il nostro cantante ci ha lasciati e abbiamo dovuto cambiare le vocals. Abbiamo incontrato Andrew (il nuovo cantante) e abbiamo finito il tutto, però per la seconda volta qualcosa è andato storto (secondo i nostri piani), infatti abbiamo ricevuto l’offerta della Sumerian Records e abbiamo sprecato 3 o 4 mesi a discutere ed è saltato tutto. Abbiamo dovuto fare tutto da soli anche per la campagna pubblicitaria.
Exodus avrà le stesse sonorità di Supreme Truth?
Parzialmente. Come una persona che cresce e migliora col tempo, la nostra musica si muove in questa direzione. Sarà un lavoro nuovo, ma per coloro che hanno apprezzato il nostro precedente album troveranno qualche punto in comune (dal punto di vista sonoro).
Cosa significa questo nuovo disco per voi?
È difficile da spiegare, ma ci proviamo. Due anni di duro lavoro, qualcosa di molto significativo per noi tutti. Qualcosa che è stato creato dal niente. Lo descriverei in questo modo.
Perché avete scelto il nome Exodus?
Il nome Exodus è stato scelto dopo un lungo brainstorm, mentre stavamo pensando al concetto dell’album. Come risultato abbiamo scelto la storia delle “Piaghe d’Egitto”, creando dieci storie connesse tra di loro. Ogni singola canzone rappresenta una piaga e hanno una trama comune. È un’unica grande storia della durata complessiva di circa mezz’ora di musica.
È facile suonare in Russia? Com’è la scena metal dalle vostre parti?
Molto dura. La sfera musicale è molto piccola dalle nostre parti. Noi ci riferiamo alle persone che capiscono l’inglese, per questo è molto difficile emergere nel nostro paese. Essere un musicista dalle nostre parti non è sinonimo di garanzia né niente e questa è la parte più difficile di tutto.
Avete altri progetti musicali?
Sì praticamente tutti noi. E non solamente band, ma lavori connessi con la sfera musicale. Dmitry non scrive solamente per gli Shokran, infatti ha anche inciso un disco solista, Mike è il fondatore della Transiver band, Andrew sta registrando e mixando varie robe, Wally dà delle lezioni di basso e ha ricevuto delle offerte come session e altri affari come bassista.
State programmando un tour europeo? Magari vi vedremo in Italia.
Noi speriamo di andare in tour nella prossima primavera e visitare l’Europa con la presentazione del nostro Exodus. Se ci riusciremo l’Italia sarà una nostra meta al 100%.
Con quale band vorreste condividere il palco o in tour?
Non ci interessa una band in particolare, sarebbe fantastico condividere questa avventura con persone socievoli, simpatiche e con del materiale interessante.
Grazie mille per questa intervista ragazzi, è stato un piacere! Concludete l’intervista come volete. Vi auguriamo il meglio per la vostra carriere.
A voi i migliori auguri! Speriamo di vedervi presto e di rispondere a qualche altra domanda dal vivo in Italia.