In occasione del Doom in Bloom festival, tenutosi a Esslingen nello scorso ottobre, ho avuto la possibilità di intervistare Patricia Andrade e Fernando Matias dei Sinistro, nuova interessante proposta sludge/post metal portoghese. Nel bel mezzo del tour Europeo i ragazzi mi hanno concesso un po’ del loro tempo e mi hanno raccontato come tutto è iniziato, come vedono la loro musica e il loro progetto.
Ciao ragazzi, grazie di essere qui su GOTR. Devo essere sincera con voi, ho sentito parlare dei Sinistro durante il Brutal Assault della scorsa estate, dove la pubblicità del vostro album passava ininterrottamente nelle casse del festival. Ho cominciato così a cercare più informazioni sul vostro conto, ad ascoltare la vostra musica, e il progetto di per sé mi ha incuriosito. So che i Sinistro sono nati nel 2011, e finora la band conta la produzione di due album – Sinistro (2012) e Semente (2016) – di cui l’ultimo sotto la Season of Mist. Vorrei però cominciare a chiedervi come tutto è iniziato…
Fernando Matias: Conoscevo Paul e Ricardo già da un po’ di tempo e ho cominciato a lavorare con loro per le produzioni dei Besta e i We Are the Damned. Un giorno stavamo registrando del materiale crust/grind ed una delle tracce aveva un riff con un tempo veramente lento, mi suggerirono perciò di metterci delle linee di tastiera. Ci lavorai sopra, e il risultato piacque così tanto che mi dissero ‘dovremmo creare una band che faccia solo questo tipo di musica’. Nell’agosto 2011 andammo in studio e cominciammo a registrare liberamente, ma quel materiale divenne il primo album e lo rilasciammo sotto la Raging Planet Records, un’etichetta di un nostro amico. Un anno e mezzo dopo decidemmo di registrare un secondo album, o meglio un mini EP, e ci piacque l’idea di coinvolgere altre persone. Questa idea non ci era del tutto nuovo, anche nel primo album ci sono alcune collaborazioni sulle parti di chitarra. Invitammo perciò Patricia per inserire delle voci nella nostra musica, che fino ad allora era completamente strumentale. Era la prima volta che lavoravamo assieme a questo tipo di progetto con lei, e andò molto bene. Al terzo album decidemmo semplicemente di chiedere a Patricia non solo di registrare di nuovo, ma anche di entrare nella band.
Dopo l’arrivo di Patricia avete firmato per la Season of Mist. Come è iniziata questa collaborazione?
Patricia Andrade: Alla fine della registrazione di Semente spedimmo l’album a una lista di etichette e la Season of Mist ci contattò. A qualcuno nell’etichetta la nostra musica era piaciuta veramente.
Fernando: Ci fu una persona, Simon Fuleman, che venne da noi e ci disse ‘mi piace il vostro sound, voglio lavorare con voi’. Iniziò a farci da manager. Ci disse ‘ho bisogno che mi tiriate fuori un altro album, e quando sarà pronto lo farò ascoltare a un po’ di etichette’. Alla fine mantenne la parola e i ragazzi della Season of Mist presero l’occasione al volo.
Sono curiosa di sapere perché avete scelto questo nome, Sinistro. In Italiano la parola significa ‘avverso’, ma anche ‘minaccioso’. Non so se in portoghese sia lo stesso…
Fernando: Nello stesso periodo in cui cominciammo a lavorare su Sinistro stavo registrando una parte di tastiera per un film horror e un tipo mi disse ‘suona così sinistro!’ e pensai: è un bel nome per una band, dovremmo sceglierlo! È strano pensarlo, ma tutto in questa band è stato così naturale fin dall’inizio, così fluente e spontaneo, non ci abbiamo pensato poi così a lungo. Ha comunque una relazione con la musica.
Ho ascoltato entrambi gli album e posso dire che la musica strumentale di Sinistro, definibile come ambient-noise-doom, si sia trasformata in qualcosa di diverso, orientata più verso una sorta di sludge fortemente drammatico; credo sia dovuto anche al fatto che Patricia si è unita al gruppo.
Patricia: Quando ci incontrammo per la prima volta io, Fernando e Ricardo per lavorare su Cidade, mi dissero: ‘fai quello che vuoi’. Cominciai a scrivere – e scrissi come volevo, con l’unico limite della musica perché già registrata. Fu facile portare il mio contributo nel gruppo. I ragazzi accettarono anche la condizione che scrivessi in portoghese.
Fernando: Esatto. Abbiamo pensato ‘facciamolo in portoghese, in inglese sarebbe volgare’. Facciamolo in maniera diversa.
Cosa intendi per ‘volgare’?
Fernando: Avrebbe suonato così scontato, come tutte le altre band. Facciamolo più esotico! Avrebbe suonato diverso alla gente, ed anche in Portogallo è stato piuttosto strano sentire questo tipo di musica cantata nella nostra lingua madre. Ma abbiamo deciso di andare contro quello che la gente si aspettava.
(A Patricia) Avevi altri progetti prima di unirti ai Sinistro?
Patricia: A quei tempi suonavo con una band blues e ambient, e lavoravo come attrice per il teatro e facevo la doppiatrice. L’invito a cantare in Cidade arrivò perché Ricardo mi vide suonare con questa band.
Come sei riuscita a passare da sonorità blues al doom?
Patricia: Perché mi piace questo tipo di musica! L’invito mi stupì e pensai: ‘come posso mettermi a fare questo genere?’ ma i ragazzi mi avevano detto che potevo fare quello che volevo, per questo l’invito sembrava ancora più allettante! Potevo prendere spunto da qualsiasi genere, qualsiasi cosa sarebbe andata bene purché legasse con le sonorità dell’album. Ascoltando i brani mi è venuto naturale scrivere e registrare.
Fernando: Patricia fece due o tre audizioni in studio e…(a Patricia) avevi niente di preparato? O era improvvisazione? Ancora non lo so…
Patricia: Improvvisavo, perché nel frattempo avevo sentito così tante volte i pezzi per scrivere i testi che li avevo introiettati in me, e questo mi ha preparata al giorno della registrazione. Avevo le parole e dovevo preoccuparmi solo di mantenere l’atmosfera.
Fernando: Sai, non abbiamo mai provato le canzoni assieme prima di gennaio!
Perché non avete mai sentito l’esigenza di provare assieme?
Fernando: Perché pensavamo che questo progetto rimanesse in studio. Ci piaceva l’idea di buttare giù l’album, ma non avevamo alcuna idea di portarlo on the road. Abbiamo cominciato a pensare di andare in tour un anno fa, forse un poco prima, ma quando Simon ci ha detto che voleva proporci a delle etichette pensammo di fare un passo avanti.
(A Patricia) Sono sempre interessata a come le donne vivono la scena metal. Hai mai assistito a episodi di misoginismo? O ti sei sempre trovata a tuo agio a essere una delle poche musiciste in un mondo quasi maschile?
Patricia: Non ho mai avuto particolari problemi durante la mia personale esperienza. È un mondo maschile e so che a volte si creano delle brutte situazioni, ma non è il mio caso. Penso però sia anche una questione di come ti poni, se qualcosa non va bene devi dirlo, e devi essere tu la prima a considerarti alla pari degli altri, con gli stessi doveri e diritti, sei una donna ma non una principessa. Per questo non ho alcun problema a fare ciò che i ragazzi fanno, compreso scaricare e caricare la strumentazione. Non mi tiro mai indietro in questo tipo di lavori ‘maschili’ e non ho intenzione di chiedere a loro di concedermelo, poiché credo che alla base di tutto ci sia il rispetto e l’idea di essere uguali in tutto e per tutto.