Devo fare una confessione: non amo molto l’idioma spagnolo nel metal (pure nei film e nelle serie tv mentre, ça va sans dire, nei porno faccio un’eccezione). Anche al cospetto di dischi di un certo livello, direi di conclamata fama mondiale, le mie orecchie gridano di dolore. Si chiudono a riccio, diventano carapaci per paguri. Saranno stati gli anni della mia infanzia, quando a casa, dalla televisione, imperversavano i drammi grotteschi delle telenovelas? Sono quasi sicuro che certe cicatrici abbiano avuto origine in quel periodo. Quindi con moderazione, scetticismo, fottuto terrore, mi sono avvicinato al nuovo disco dei catalani Siroll!, una realtà musicale che per altro non conoscevo affatto. La band muove i primi passi nel 2008, ha all’attivo tre album in studio (l’ultimo risale a sei anni addietro), un disco dal vivo e propone un sound poco incline alla varietà e alla sperimentazione. I Nostri si cimentano in un granitico groove metal – definizione che detesto con tutto il mio cuore – con spruzzate thrash old school, piccoli accenni di death metal, persino divagazioni nu metal, senza scordarsi di un hardcore che puzza tantissimo dei vicoli di New York. Un melting pot di generi tenuti assieme dalla voce di Gou, che modula il suo rantolo su vari registri e, udite udite, riesce persino a farsi apprezzare dal sottoscritto nonostante ci siano muchas palabras en español.
Al Gra! non è propriamente un disco nuovo, di inediti, in quanto va a presentare un lotto di brani risalenti al periodo in cui En Venty, il leader della band, militava negli Hysteresis Of Anger. Queste canzoni sono state riprese, riarrangiate, rese “moderne” dopo tutti questi anni passati a prendere polvere in qualche cassetto. Ma il problema, grosso a mio modo di vedere, è che le tracce di questo nuovo lavoro sono sostanzialmente molto simili tra loro. Hanno il pregio di svilupparsi in fretta senza perdersi in inutili giri a vuoto (quindi senza incartarsi come spesso fanno i Machine Head, la vera musa ispiratrice dei Nostri), quindi minutaggio accorto, ritmi serrati, giù la testa e via andare. Tutto l’album si poggia su una struttura semplice: midtempo rocciosi, ripartenze decise, qualche melodia messa a mo’ di orpello. I brani sfumano uno dentro l’altro, aumentando così l’effetto polpettone.
Per chi ama le sonorità citate qui sopra, il disco rappresenterà sicuramente un ottimo modo per passare una mezz’ora, sorseggiando una cerveza bella fresca. Per chi invece cerca qualcosa di più solido, di meno improntato al mero intrattenimento – che non è necessariamente un difetto, chiaramente – direi che può passare oltre.
(Autoproduzione, 2024)
1. Prou
2. Venjança
3. Al gra
4. Acció
5. Nosa
6. Sabotatge
7. No em va
8. Plou poc, però pel poc que plou, plou prou