A pochi mesi (quattro, per la precisione) dalla loro ultima fatica ambient Mirror And Vie tornano in piena forma i britannici Sonance, alfieri di un post metal pluri-contaminato, che a breve distanza l’uno dall’altro pubblicano prima lo split col combo sludgecore Torpor e poi l’EP Blister The Maw. Questi due lavori sono stati raccolti in un unico album che unisce così il passato, da “End Your Life” fino a “Capes”, e il presente della band (comprendente qualche cambio in organico), da “Divider” a “Capitulation”.
Abbiamo enfatizzato la differenza sostanziale che intercorre tra i due lavori, cosa facile da notare ascoltando il disco. Le prime due tracce presentano dei Sonance più pachidermici e compatti (“Capes” vive su di un altro pianeta rispetto al resto), che non nascondono in tale sede un amore viscerale per gli inarrivabili Neurosis. Le chitarre sono macigni inesorabili che trascinano nel fango l’ascoltatore per un minutaggio sufficientemente elevato, la voce abrasiva sputa veleno e disagio, il tutto viene mischiato al gusto per la sperimentazione sludge ed ambient proprio della band. “Capes” risulta un capitolo a sé stante, una traccia strumentale e visceralmente post, con un lungo crescendo emozionale che la rende il pezzo migliore tra quelli presentati, e sicuramente anche il più peculiare.
Addentrandosi in quello che sarebbe stato Blister The Maw si potrebbe storcere il naso: infatti, “Divider” presenta un set acustico etereo e delicato, “That’s What It’s Like” attinge a piene mani dai vapori ambient di Mirror And Vie mentre “Cherry” è un decadente siparietto di spokenwords con soundscapes e una chitarra acustica quasi anonima. Proseguendo si impatta invece con quello che è il presente e probabilmente prossimo futuro dei ragazzi di Bristol, costituito da suoni aspri, dissonanti e tempi più veloci. Se aggiungiamo un suono meno tronfio e più secco, unito ad una voce dal taglio più hardcore, è facile che molti storceranno un po’ il naso. “Staggered” si stacca da tutta questa novità e ci presenta sperimentazioni al limite dell’industrial e qualche richiamo alla nota sfera Neurosis/Isis, mentre “Capitulation” è l’ambient di ritorno che chiude l’opera ma dimostra di non voler tagliare i ponti col passato.
Nel suo complesso l’operazione risulta intrigante, poiché in un solo album è possibile fare esperienza di un’evoluzione sonora vera e propria, ulteriore dimostrazione della volontà dei nostri di non ripetersi mai. Non stiamo certo a gridare al capolavoro, ma parliamo senza dubbio di un lavoro onesto e ben fatto. Resta solo da attendere i futuri risvolti per questa (ormai) grande realtà dell’underground post metal.
(Third I Rex Records, 2016)
1. End Your Life
2. Under And Under
3. Capes
4. Divider
5. That’s What It’s Like
6. Cherry
7. Oldest Harm
8. Destroy And Dismember
9. Staggered
10. Capitulation