Il dinamico e eccellente quartetto inglese Sons of Alpha Centauri esprime al meglio il concetto di evoluzione sonora creando dopo oltre vent’anni di onorata carriera un viaggio senza tempo oltre i confini della mente. Partendo dal sofisticato debutto strumentale omonimo del 2007 e passando poi per il capolavoro drammatico Push del 2021, si arriva a questo atteso nuovo full-length, Pull, prodotto dalla label Exile on Mainstream Records. Un album spaziale che alza senza dubbio il livello tecnico della band ed esplora un invidiabile e completo meccanismo di tematiche martellanti e intuitive.
“Ephemeral” è una buona apertura che da il là a una melodica e trascinante esecuzione avvolta da riff di chitarra acidi e un ritornello splendido che esplode nella voce sensuale del vocalist Matranga, lasciando un tiro crossover a questa canzone lucida e accogliente. Segue il basso di “Erase” che ringhia nel modo giusto, per una traccia pesante e travolgente che lascia una sensazione di catastrofe e odio. La parte vocale sussurra un pensiero soffocato che trova pace in un bridge urlato richiamando i primi lavori e nel finale racchiude il passaggio lunare del chitarrista King. La title-track “Pull” si lascia andare ad un vortice di suoni macchinosi in perfetto mood Helmet, qui notiamo l’adrenalina ruvida e una violenza caotica per una rocambolesca canzone, la migliore dell’album. La batteria grunge di “The Ways We Were” invece cambia direzione al disco con una morbida storia che tocca nel profondo e il cantante riprende emozioni emo anni Novanta. “Tetanus Blade” e “Doomed” rallentano le atmosfere per due commoventi ballate diverse ma molto interessanti: nella prima il ritmo leggero descrive una cupa e brillante sensazione, sporcata da riff taglienti che ronzano nell’aria. Nella seconda il testo pungente conclude un bisogno sentimentale che fa sperare in un futuro migliore. Il trittico finale infine si apre con la dormiente “Weakening Pulse” e ancora una volta il taglio incredibile della voce è sorprendente, passando poi al riff solido di “Final Voyage” in ricordo dei bei tempi post-hardcore con una spolverata di alternative. La fine viene affidata all’epilogo drammatico di “Unspeakable Majesty”, con un’oscura celebrazione interiore e un insieme di distorsioni rocciose per una degna chiusura.
Pull è un lavoro importante che arricchisce il catalogo della band in un crescendo di attimi intensi e orecchiabili, adatto a trascinarci in una dimensione strabiliante e malinconica.
(Exile on Mainstream Records, 2024)
1. Ephemeral
2. Erase
3. Pull
4. The Ways We Were
5. Tetanus Blade
6. Doomed
7. Weakening Pulse
8. Final Voyage
9. Unspeakable Majesty