Se, ancora, negli ultimi dieci – quindici anni si può parlare di cult band, queste due parole non sono per nulla sprecate per i californiani Disgorge: capaci di rivoluzionare la scena brutal death metal fin dal primo grezzissimo Cranial Impalement, in grado di cambiare le carte in tavola con due immensi album, She Lay Gutted e Consume the Forsaken, connotati da una tecnica d’alto livello perfettamente asservita alla violenza sonora più inaudita ed all’impatto più devastante (per non parlare dell’ultimo Parallels of Infinite Torture, un vero e proprio pezzo unico, una perla d’originalità nel marcio universo brutal), sempre con formazioni inattaccabili, malgrado i frequenti cambi di line up… e l’elenco potrebbe continuare, se volessimo tessere le lodi del combo di San Diego.
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I Disgorge ai tempi del primo disco “Cranial Impalement” (1998) – sulla sinistra, con la bottiglia in mano, è possibile riconoscere Derek Boyer, attualmente bassista dei Suffocation.
Se, ancora, negli ultimi dieci – quindici anni si può parlare di cult band, queste due parole non sono per nulla sprecate per i californiani Disgorge: capaci di rivoluzionare la scena brutal death metal fin dal primo grezzissimo Cranial Impalement, in grado di cambiare le carte in tavola con due immensi album, She Lay Gutted e Consume the Forsaken, connotati da una tecnica d’alto livello perfettamente asservita alla violenza sonora più inaudita ed all’impatto più devastante (per non parlare dell’ultimo Parallels of Infinite Torture, un vero e proprio pezzo unico, una perla d’originalità nel marcio universo brutal), sempre con formazioni inattaccabili, malgrado i frequenti cambi di line up… e l’elenco potrebbe continuare, se volessimo tessere le lodi del combo di San Diego.
Quando, infatti, una band riesce ad arrivare ad una buona fetta di pubblico mondiale, pur conservando la propria attitudine e credibilità underground, grazie esclusivamente alla propria originalità ed unicità, nonché ai propri meriti squisitamente musicali e di sbattimento promozionale, il rispetto e la stima da parte della fan-base, sovente, diventano vera e propria affezione; affezione che, a fine 2008, per via della tragica scomparsa, a causa d’un tumore, del bassista Ben Marlin, s’era trasformata in un sincero e commosso sentimento di solidarietà e calore da ogni parte del mondo.
Benché – ringraziando il Cielo! – chi scrive non abbia mai sperimentato nulla di simile, resto dell’idea che, quando una band, soprattutto se d’un certo peso, perde uno dei suoi membri – Benny suonava nel gruppo dal 1999 –, è piuttosto facile che inizi a mettersi in discussione, sia dal punto di vista umano, sia da quello del proprio futuro: questo, infatti, era accaduto ai Disgorge. Dopo mesi di lunghissimo silenzio non c’era stato uno scioglimento formale, ma, quando il “polverone mediatico” era calato, il batterista Ricky Myers s’era trasferito in Texas per unirsi in pianta stabile ai Sarcolytic (death metal band in cui canta il grande tatuatore ed artista grafico Jon Zig), l’ultimo cantante, Levi Fuselier, era sparito nel nulla, e così i due chitarristi, Ed Talorda e, soprattutto, il geniale Diego Sanchez.
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La sorpresa iniziò ad arrivare a fine 2009: riesumato il desaparecido Matti Way, una delle voci simbolo della scena brutal, autore dei disumani vocalizzi di Cranial Impalement e She Lay Gutted, assente dalle scene dai tempi dei Cinerary (2002), Talorda e Sanchez, sempre accompagnati da giovani ed ignoti talenti californiani al basso ed alla batteria, misero su un interessante progetto, dal nome curioso, To Violently Vomit… una perifrasi, tutt’altro che casuale, del termine inglese “disgorge”: la band in questione, infatti, formatasi in omaggio al compianto Marlin, si proponeva di proporre una serie di cover dei Disgorge “originali”, ma, per una serie di variegati motivi, né poteva avere contatti con Ricky Myers, né adoperare il moniker ufficiale.
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Alla fine della fiera, a sentire alcuni rumors provenienti dalla scena brutal death californiana, Diego Sanchez, Ed Talorda, Matti Way ed AJ Magana (proprio il cantante di Consume the Forsaken!) avevano un diavolo per capello; in primis, perché vedevano tale gesto come una mancanza di rispetto verso il defunto Ben Marlin, in secondo luogo perché non erano stati interpellati nell’affare che, considerato il successo del film in questione, deve avere fruttato ben più che qualche dollaro alla coppia Myers-Lindmark.
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Ad inizio 2011, un’altra mossa dell’asse Myers-Lindmark dava un tremendo scossone alla scena brutal internazionale. Dal sito della Unique Leader Records, infatti, veniva promesso che, a distanza di sei anni da Parallels of Infinite Torture, sarebbe arrivato un nuovo disco targato “Disgorge”, con una formazione decisamente interessante: il “ritornante” Levi Fuselier alla voce (decisamente il cantante meno talentuoso che il combo californiano abbia mai avuto: non che sia scarso, ma, purtroppo per lui, ha la “sfortuna” di prendere il posto che fu dei due cantati, in assoluto, più influenti della scena brutal attuale, Matti Way ed AJ Magana…), l’ex di super-lusso Derek Boyer (pochi ne sono a conoscenza, ma, l’attuale bassista dei Suffocation, ai tempi di Cranial Impalement, militava proprio nei Disgorge!) al basso, naturalmente, Ricky Myers alle pelli e… sorpresa!, Erik Lindmark alla chitarra.
Tale notizia divise nettamente i fans del brutal death metal, fra curiosi che attendevano trepidamente questa “nuova” all star band, fra persone che, ignorando l’esistenza della tribute band di Sanchez e Talorda, appoggiavano entusiasticamente i nuovi Disgorge e, ovviamente, fra sostenitori dei To Violently Vomit (col tempo sempre più numerosi, anche in Europa ed in Italia), i quali, di fronte a questa news, diventavano sempre più “paladini dell’underground”, da opporre dicotomicamente alla coppia di “magheggiatori” Myers-Lindmark…
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I To Violently Vomit nell’estate 2011, supportati, per l’occasione, alla voce, da Angel Ochoa dei Condemned.
Quest’ultimo capitolo della telenovela dei Disgorge “post-Marlin” si stava protraendo per tutto il 2011, per poi subire un inattesissimo cambio di rotta pochi giorni fa, il 10 gennaio 2012.
Diego Sanchez, infatti, dal suo profilo personale di Facebook scriveva: “C’è qualcuno fra di voi ancora interessato ad un ritorno dei Disgorge di San Diego?” [copio/incollo il post originale – Diego U. Sanchez “Anybody still down for a Disgorge (San Diego) reunion?”] Il post, naturalmente, nell’arco di poche decine di minuti, aveva suscitato un’incontrollata esplosione di feedbacks entusiastici, molti dei quali esortavano il barbuto axeman a mettere da parte gli asti verso Ricky Myers, il quale non s’è fatto attendere, proprio fra i commenti in bacheca di Sanchez: “Cazzo, Diego! Così anticipi tutto il divertimento! HAHAHA! Ci si vede domenica, amico!” [copio/incollo il post originale – DinGir Enki (Ricky Myers): “Damn it, Diego! You spoil all the fun! HAHAHA! See you Sunday, bro!”]
Morale della favola, il giorno dopo, dalla pagina ufficiale di Facebook dei Disgorge veniva comunicato, con sincera gioia, il “ritorno” di Diego Sanchez ed Ed Talorda, per contribuire alla stesura di quello stesso album annunciato grosso modo un anno prima dalla Unique Leader Records: il 2012 non poteva, dunque, aprirsi meglio per qualsiasi fan del frangente più estremo della scena death metal mondiale; sempre, ovviamente, incrociando le dita sul fatto che questo sia l’atto finale d’una pazzesca telenovela e che preluda a tantissime altre avventure, nelle quali i Disgorge, di diritto, torneranno assoluti protagonisti, ma grazie al loro immenso talento ed ai loro meriti musicali.