Sopra una lunga e distesa valle deserta nascono gli americani Spirit Mother, formidabile quartetto heavy rock nato da un’idea notevole del cantante Armand Lance e della violinista suggestiva SJ. Il primo album dei Nostri, il gioiello ricercato e di nicchia Cadets del 2020, riscuote ottimo successo e riceve un’interessante risposta da parte della critica; poi nel 2023 dopo un singolo geniale e un estenuante tour europeo la band mette le basi per il nuovo lavoro Trails curato dall’etichetta italiana Heavy Psych Sounds Records. Un disco solido con uno slancio di canzoni frenetiche e un cambiamento viscerale in fase di scrittura, per un memorabile risultato.
La breve introduzione di “Passage” avvia una sensazione inquietante con una base surreale, che collega la chitarra portante alla seguente title-track “Trials”, una traccia che inizia in maniera lieve prima di esplodere su un riff gonfio di calore. Nell’intreccio di emozioni poi fa capolino la linea vocale sussurrata di Lance prima di sgretolarsi in un urlo di dolore e il resto del brano procede in una cavalcata energica. “Veins” accoglie una batteria vibrante e una sfumatura malinconica, reggendo una struttura ripetitiva in chiave anni Sessanta e un passaggio conclusivo silenzioso. Su “Emerald” invece ci sono accenni stoner che avvicinano le melodie dei più recenti QotSA; una canzone interessante che agita una ritmica scomposta fino a rallentare in un tiro doom e una rauca esecuzione vocale. Un po’ di tregua arriva sulle note della splendida “Below”, dove una chitarra acustica intreccia le soffici parole del cantante per portarci in una vibrazione sentimentale. Al suo interno troviamo un piccolo assolo impulsivo e un tappeto di violini magnifici, che ritroviamo anche sull’attacco di “Tonic”, questa volta con distorsioni più decise e parole violente che ringhiano alla notte oscura. Con “Vessel” chiudiamo uno degli attimi più decisi e impulsivi dell’intera posta con un ritmo contagioso e una cantilena leggera che prepara il colpo finale immergendoti in un frastuono infinito. “Voyeur” inizia la corsa verso la conclusione con una batteria profonda e la solita melodia sensibile del vocalist, racchiudendo un ritornello caldo e il tocco chitarristico unico di Sean McCormick, passando per la penultima traccia “Given” e l’arrangiamento ambientale di lussuosi tappeti dormienti. Chiudiamo con “Wolves” e una tematica stravagante che si proietta verso un finale alternative rock, strizzando l’orecchio ai monolitici Black Rebel Motorcycle Club con una strabiliante emozione rocciosa.
Gli Spirit Mother spingono forte su un album incredibile suonato con ottima tenacia e meticolosa attenzione, completando un viaggio mentale eccellente e una trama fitta di impulsi creativi.
(Heavy Psych Sounds Records, 2024)
1. Passage
2. Trials
3. Veins
4. Emerald
5. Below
6. Tonic
7. Vessel
8. Voyeur
9. Given
10. Wolves