Nella mia collezione di 7” ho un dischetto dei Kafka, band hardcore genovese dalle cui ceneri nascono gli attuali Stalker. Gli stessi musicisti, più Alberto degli Ex-Otago alla voce, attivi sin dal 2008, dopo varie vicissitudini e diversi impegni (che comunque li portano ad incidere il loro debut album proprio nel 2008) sono di nuovo operativi e pronti per far uscire Vertebre agli inizi del nuovo anno.
Il loro è un sound infuocato, la furia gridata si incanala in stati emotivi che esplodono all’improvviso, alla stessa maniera una sinapsi si intrufola nella mente, è flusso liquido che guarda dentro la propria esistenza cogliendone l’essenzialità come accade nel brano “Vertebre”. I brani della tracklist, dalla durata media di cinque minuti, confermano un lavoro molto omogeneo dal quale si traggono molte sfumature: a certi rimandi di scuola screamo anni 90 nelle parti tirate e viscerali si contrappongono situazioni ambientali tipiche di certo post-rock meno abietto.
In generale Vertebre si lascia ascoltare soprattutto perché molto vario e sempre pronto a cambiamenti stilistici che incuriosiscono nel prendere forma. Un pugno di etichette, tra le quali Dio Drone, distribuirà l’album. Menzione anche per Coito Negato che firma la cover.
(Shove Records, Lanterna Pirata, Sonatine Produzioni, Taxi Driver Records, Assurd Records, Dreamin Gorilla, Dio Drone, È un brutto posto dove vivere, 2019)
1. Tornado
2. Vertebre
3. Masonic Youth
4. Mai Più