Dopo un paio di EP che hanno aiutato la band a definire la propria identità, il debutto degli Still, intitolato { } e uscito nel 2021 per Trepanation Recordings, era stato uno degli esordi più intriganti dell’annata grazie al suo impatto massiccio e deciso. Ritroviamo la band inglese a tre anni di distanza con A Theft, edito questa volta da Floodlit Recordings, un disco scabroso e tetro che dà continuità alla loro crescita con un post-hardcore che non lascia feriti, e anzi è reso ancor più imponente dall’anima black metal che incombe con fare oscuro.
Trentacinque minuti di musica che appaiono maledetti sono quelli che si ergono in questo ascolto, senza lasciare scampo in questi terreni in cui regna l’afflizione. L’impatto è fin da subito monumentale, tra ritmiche granitiche e un drumming feroce a cui si uniscono spesso e volentieri arpeggi che lasciano una sensazione desolante come se ci si trovasse inermi di fronte a una catastrofe sempre più vicina. In generale, possono essere diverse le sensazioni richiamate, ma tra angoscia, rabbia e disperazione, sicuramente non c’è spazio per nemmeno un barlume di luce. E parlando di luce, chiaramente il titolo di “Light”, terzo brano dell’ascolto, non rappresenta l’atmosfera di quella che in realtà è una morsa al collo asfissiante, che non lascia scampo e conduce ai territori ancor più contorti della successiva “Dark”. Si continua con “Oscillate”, giro di boa dell’ascolto: una sorta di intermezzo colossale e travagliato, che separa la furia incontrollata della prima metà dell’album dalle atmosfere più distese dei seguenti brani, che mantengono comunque la natura tetra della musica, cambiandone lo stile senza far risultare il tutto forzato. Salgono dunque in primo piano i richiami sludge che anche nel debutto avevano ben figurato, e immediatamente in “Life Eclipses Living” fanno capolino grazie all’incedere ossessivo che caratterizza queste sonorità. I pezzi finali, con la loro maggiore dinamicità e varietà, sono ben contestualizzati al fine di un ascolto che evita di essere monocorde. Se l’approccio iniziale diretto e sferzante di A Theft si poteva associare all’avvicinamento di una catastrofe contro cui non ci si può fare nulla, l’evoluzione delle trame sinistre del disco è come se facesse osservare in un secondo momento la desolazione lasciata da questa ipotetica catastrofe.
In conclusione, continua il processo di crescita per la formazione inglese, con un lavoro con tante affinità quanti cambiamenti rispetto al debutto. In particolare, gli stravolgimenti riguardano la maggiore schiettezza dei brani, galvanizzati dalla componente black metal che gioca un ruolo fondamentale per tutto l’ascolto, prevalendo a a discapito della controparte sludge, chiamata in causa in maniera più mirata specialmente negli ultimi pezzi, mentre la furia hardcore è il collante tra questi due estremi. Lo stile si evolve, modellando gli intrecci delle sonorità che lo compongono e dando a ognuno dei due album pubblicati dagli Still una sua identità, ma ciò che rimane nel loro stile è la desolazione, qui ancora più plumbea.
(Floodlit Recordings, 2024)
1. Yearn
2. Only Time Will Tell
3. Light
4. Dark
5. Oscillate
6. Life Eclipses Living
7. Small Mercies Of Falling Apart
8. Unresolved