Gli Stöner sono la nuova creatura acida e visionaria che nasce dalle menti geniali di tre musicisti storici della scena psych/stoner rock. Questo trio è formato da due ex-Kyuss, Brant Bjorke Nick Olivieri che insieme al batterista Ryan Gut sperimentano tutte le loro idee e il loro stile, passando dalle attitudini punk fino alle distorsioni martellanti che devastano l’ambiente. L’album Stoners Rule, prodotto per l’etichetta italiana Heavy Psych Sounds, è la celebrazione definitiva al sound ruvido e dello spirito collaudato di artisti di spessore, che sanno dove mettere le mani, con idee chiare e originali. Nelle sette tracce suggestive percorriamo le strade polverose del Mojave, tornando alle origini culturali della band e veniamo cullati dalla voce incantevole di Brant, che si lascia andare a passaggi ipnotici blues rock danzando con la sua chitarra sul muro pesante e aggressivo del basso rabbioso di Nick e la ritmica sfrenata di Ryan, per una miscela unica ed esplosiva da lasciare a bocca aperta.
L’apertura corposa di “Rad Stays Rad” innalza un polverone mistico e d’impatto sulla linea vocale stupenda di Brant, che si abbandona alla nostalgia e con tanta sicurezza. Le seconde voci si incastrano alla perfezione con un groove granitico, fino ad accennare un piccolo solo acido di chitarra. Segue il riff ruvido di “The Older Kids” che come un vulcano aggressivo spazza via qualsiasi ostacolo. Il bridge melodico culla dolcemente il tempo diretto di basso e batteria e nel passaggio finale la distorsione aumenta di volume, chiudendo il brano. Invece con “Own Yer Blues” torniamo alle sonorità vintage, sopra una struttura d’altri tempi, il giro di chitarra sporco accende la luce su un mondo sensibile e opaco. Una composizione che viaggia al rilento, su uno studio attento e macchinoso. Infine il solo di chitarra nel finale esplode, insieme alle grida infernali di Brant.
“Nothin'” è un tipico brano di marchio stoner rock che danza su strutture psichedeliche. Invece la follia torna prepotente sulle schegge infuocate di “Even Never Dies” con la linea vocale particolare di Nick, che ci porta indietro nel tempo all’ascolto di Songs for the Deaf, uno dei capolavori targato Queens of the Stone Age. Prima di chiudere ci scateniamo sulle note ritmate di “Stand Down”, uno dei brani migliori di questo lavoro, che trasmette un’intensità incredibile al suo interno, una traccia personale e matura, dal sound contagioso. Chiudiamo con un’opera lunga che ritrae tutti gli anni passati di questa band, i cui musicisti hanno segnato un’intera generazione. “Tribe/Fly Girl” è un brano ipnotico che divide in due il mood principale, prima leggero e oscuro, per poi passare a sonorità più fresche e aperte. Il tutto avvolto dall’immancabile tecnica vocale, che si lascia andare nel suo finale strumentale delirante.
Il progetto Stöner conferma un segnale forte sulla scena underground del momento e ci ricorda che questi mostri sacri del passato non hanno la minima intenzione di fermarsi, dimostrando di avere ancora tutte le carte in regola per sorprendere e spiazzare ancora una volta.
(Heavy Psych Sounds, 2021)
1. Rad Stays Rad
2. The Older KIds
3. Own Yer Blues
4. Nothin’
5. Even Never Dies
6. Stand Down
7. Tribe/Fly Girl