Giunti al sedicesimo anno di carriera, gli Stormo sono ormai un’istituzione della scena hardcore nostrana, e la firma per un’etichetta di spessore quale Prosthetic Records rappresenta sia il coronamento di quanto seminato dal 2007 a oggi dai Nostri che un nuovo inizio, simboleggiato anche dal cambiamento del proprio moniker (precedentemente Storm{O}). Caratteristica che ha contribuito alla crescita esponenziale del quartetto è l’identità precisa di ognuno dei loro precedenti lavori: il debutto Sospesi nel Vuoto… ha avuto un impatto immediato con la sua proposta irrequieta e schietta, a cui si sono successi il contorto Ere e il tagliente Finis Terrae. A dare continuità a questa crescita ci pensa Endocannibalismo, un lavoro maturo ed eterogeneo, che in undici tracce racchiude tutta la veemenza del loro post-hardcore misto a mathcore e screamo.
“Valichi, Oltre”, già presentato come singolo pubblicato in anteprima, introduce l’album senza particolari indugi: il sound è subito scabroso, i riff inizialmente ponderati e massicci diventano man mano irregolari, dimenandosi e sprigionando il vigore tipico dei Nostri. A valorizzare ulteriormente l’intensità dei brani ci pensano dei suoni dall’impatto grezzo ma dirompente, grazie a cui ogni strumento e la voce hanno modo di esprimersi al meglio, ricavandosi il proprio preciso spazio nel mix e contribuendo all’energia del risultato finale con un’ottima sinergia. Non a caso, il quartetto ha potuto collaborare con due nomi di tutto rispetto quali Giulio Favero (OvO, Zu) e Giovanni Versari (Muse, Raein, Verdena), la cui esperienza si fa chiaramente sentire. L’incidere irrequieto continua con “PV77” e la sua ritmica vivace che genera una certa sensazione angosciante, che permette a uno dei brani più corti del lotto di apparire come una composizione caleidoscopica e fosca (si potrebbe dire lo stesso anche della micidiale “Disequilibrio”). Proprio con questi spunti inquieti gli Stormo hanno tradotto in musica la tematica principale del loro quarto album: la morte, sia essa umana o ecologica, che non influenza solo i testi nella loro franchezza ma si può associare anche un tema così imponente con la costante natura asfissiante delle composizioni. In Endocannibalismo spicca prevalentemente la componente post-hardcore, accompagnata dalla controparte mathcore, variabile impazzita dell’album che dona mordente aggiuntivo ai pezzi. Un sound che per delle connotazioni richiama lo stile prorompente di Ere, così come nomi storici della scena screamo/hardcore italiana e i Converge più spigolosi, con una coesione tra le canzoni e tra i vari strumenti che ne enfatizza l’anima viscerale. Nella circa mezz’ora di ascolto ci sono alcuni passaggi che rimangono particolarmente impressi, come la più ponderata “Anabasi”, l’incontenibile title-track e la poliedrica “Vipere, Ombre”, ma è deleterio sbilanciarsi particolarmente nei confronti di qualche canzone in particolare vista la solidità del prodotto come un tutt’uno.
Più si ascolta Endocannibalismo, più i riff appaiono ulteriormente taglienti senza mai risultare prolissi, così come i testi urlati, graffianti e sinceri, e si capisce come il quarto capitolo della band nostrana si possa ritenere il loro definitivo salto di qualità. Gli Stormo non sono più una meteora, hanno dimostrato il loro valore, evolvendo abilmente un sound sempre più poliedrico e imponente che ormai ha un’identità ben precisa. Non è facile paragonare questo nuovo lavoro al passato, se non sentendo come ognuno dei loro lavori sia stato un passaggio fondamentale per arrivare a questa nuova e imponente manifestazione della loro musica.
(Prosthetic Records, 2023)
1. Valichi, Oltre
2. PV77
3. Sorte
4. Spire
5. Anabasi
6. Frame
7. Endocannibalismo
8. Disequilibrio
9. Deserti
10. Vipere, Ombre
11. Sopravvivenza e Forme