La band inglese Tacoma Narrows Bridge Disaster torna sulle scene con un nuovo lavoro discografico, questa volta per l’etichetta Post.Recordings, che tratta con cura il genere post rock e tutte le sue versioni più dure, con una qualità eccellente e ricercata. The World Inside segna il percorso maturo di questa band che adora viaggiare all’interno di riff macchinosi e caotici, fino a raggiungere atmosfere sognanti e d’impatto. Il suggestivo nome della band deriva dal crollo di un ponte nel 1940, nelle loro composizioni le strutture seguono un senso di ironia, mentre nel sound c’è una ricca fantasia e un’accurata tecnica sonora che sfocia in brani progressive vicino a band monumentali come i Tool. Il risultato finale di ogni loro lavoro rende piacevole l’ascolto e nonostante le chitarre spedite e il vortice violento conferma il mondo onirico di questo collettivo.
L’apertura struggente di “Machinations” esplode in piccole parti, con una tematica shoegaze che rende tutto più leggero e personale. Dopo la leggerezza incantevole nella parte iniziale, il sogno viene interrotto dal riff aggressivo verso il post-metal che chiude il brano su vibrazioni uniche. Segue la stessa strada la seguente title track “The World Inside”, con un pattern di batteria preciso e una chitarra ovattata, che chiude i suoi sentimenti su un arpeggio sensibile. La violenza torna in modo impeccabile nella parte centrale dell’opera, dove ascoltiamo tutta la tecnica complessa della band sopra paradisi irregolari e mistici. “Presynaptic” è una breve traccia che si avvolge nel mistero e al rilento si aggancia alla grandiosa “Truth Escapes”, l’unico brano dove fa capolino la voce melodica del chitarrista Drew Vernon che mette in mostra le sue doti come vocalist. Il testo si presenta orecchiabile e originale, per sposare al meglio la struttura dura e leggera allo stesso tempo. Verso la chiusura troviamo “Postsynaptic”, uno dei brani migliori di questo lavoro. La sua lunga durata si accende su un groove di basso magnetico e con grande sicurezza si incastra al riff meticoloso della chitarra, il resto del brano viaggia a ritmi sostenuti e particolari fino all’apice finale, dove l’esplosione della distorsione è una delizia per le orecchie. Chiudiamo sulla purezza delicata di “Apocryphal”, con un arpeggio ripetitivo ma essenziale e una ritmica sospesa. Infine al di fuori di questo habitat confortante si agita in modo brutale il tiro veloce quasi heavy metal delle chitarre, che accelerano la corsa in modo netto e dopo un istante di quiete, il riff portante riprende il suo mood principale avvolto dal rumore.
I ragazzi londinesi lasciano un timbro forte sulla scena post-rock, in tutte le sue varie sfumature. Con questo nuovo album si aprono ad orizzonti nuovi, dove la violenza si unisce ai sentimenti più dolci e confortanti, per un disco che potrebbe risultare tra le migliori uscite recenti nel genere.
(Post.Recordings, 2021)
1. Machinations
2. The World Inside
3. Presynaptic
4. Truth Escapes
5. Postsynaptic
6. Apocryphal