Per i seguaci del panorama black/death metal molto probabilmente Tchornobog e Abyssal hanno bisogno di ben poche presentazioni. Entrambi i progetti, infatti, si sono contraddistinti negli ultimi anni per composizioni tenebrose e intricate, frutto di un songwriting ardito e di atmosfere infernali, con i rispettivi sound che hanno ottenuto ottimi riscontri. Proprio queste due band, nel finire del 2022, hanno pubblicato tramite Lupus Lounge uno split contenente un brano a testa, che cerca di dare continuità alle creazioni multiformi e massicce che ne hanno caratterizzato il passato.
La presenza di solo una canzone per progetto non deve far alludere a uno split breve e conciso, dato che entrambe le composizioni hanno un minutaggio di oltre venti minuti e quindi danno ampia libertà di espressione. Ad aprire le danze ci pensa Tchornobog, progetto di Markov Soroka che propone in questa sede “The Vomiting Choir”, una composizione nello stesso stile di quelle presenti nel suo omonimo debutto. Tracce colossali e sfaccettate sono il mezzo comunicativo prediletto dal musicista di origini ucraine, ed è in primo piano la sua capacità di gestire al meglio minutaggi notevoli. I riff si succedono facendo evolvere il pezzo verso lidi sempre più misteriosi e torbidi, con una commistione equilibrata dei vari sottogeneri più estremi del metal, tra la schiettezza del death metal e le atmosfere infauste del black metal. Si ricavano dello spazio anche dei richiami doom dai sentori ritualistici che fungono bene da collante tra sezioni diverse del brano, prima di un finale in cui regnano sensazioni occulte. Con il pezzo di Abyssal, “Antechamber of the Wakeless Minds”, non cambiano sostanzialmente le carte in tavola. Anche G.D.C., polistrumentista inglese che si cela dietro a questa one-man band, si sofferma su un sound caustico e multiforme, con i suoi passaggi maligni e quelli più cadenzati. L’approccio compositivo in questo brano è diverso in certi aspetti, come le numerose melodie in tremolo che fanno capolino in contrasto con una prevalenza di arpeggi sinistri nel caso di Tchornobog, ma le due composizioni sono legate comunque da atmosfere affini. Ciò che, invece, fa storcere il naso è come questo secondo brano dello split non riesca a reggere allo stesso modo il cospicuo minutaggio, complice anche una produzione abbastanza piatta, che non ne esalta le potenzialità. Gli spunti intriganti non mancano affatto, ma non riescono a farsi valere con il dovuto impatto, e la mancanza di alcuni passaggi rilevanti in un lavoro così lungo e articolato alla lunga si fa sentire. Dopo Antikatastaseis, picco della sua carriera, il musicista si è solo avvicinato a certi livelli, e purtroppo nemmeno in questo split li riesce a raggiungere, con la seconda metà che non rimane impressa come quella di Tchornobog, più coesa ed efficace.
I due brani surreali e lugubri di questo split, che si legano fedelmente con la curiosa copertina realizzata da Adam Burke, sono manifestazioni di due delle menti di maggior rilievo nel panorama del metal estremo internazionale, e nonostante il brano di Abyssal non sia la prova più convincente e solida della sua carriera, un’immersione in questo vortice tetro è comunque consigliata. Non si tratta di un lavoro che stravolgerà la carriera delle due band, ma di una collaborazione il cui potenziale è stato sfruttato solo parzialmente dietro cui si celano comunque vari spunti intriganti.
(Lupus Lounge, 2022)
1. Tchornobog – The Vomiting Choir
2. Abyssal – Antechamber of the Wakeless Mind