Thanatotherion è un misterioso one-man project proveniente da Alexandria in Virginia, USA. Cercando in giro, si trovano pochissime informazioni su questo progetto e ad oggi questo Alienation Manifesto è l’unico lavoro pubblicato sotto questo nome. Il mastermind della band si fa chiamare Ominous Droning e si occupa di scrivere le canzoni, suonare basso/chitarra/tastiere e cantare; in questo album è aiutato alla batteria da J. Bursese, già all’attivo in altre band come ad esempio i Black Fucking Cancer. La musica proposta dai Thanatotherion è un solido black metal vecchio stampo, che ricorda sotto molti aspetti gli Emperor, i primi Satyricon, Absu, ma anche gli Zyklon per la freddezza delle composizioni. Nonostante questi richiami storici, i Thanatotherion riescono a rendere il loro sound più moderno grazie all’aiuto di ottimi inserti elettronici, che non risultano mai invasivi e che riescono a snellire le tracce rendendole più interessanti, ed in generale aiutano a rendere l’intero album meno monotono. Molto interessanti sono anche i testi delle canzoni, molto complessi ed intricati ma allo stesso tempo anche molto diretti e carichi di negatività, ricordardando sotto questo punto di vista i testi dei maestri Mgła. Alienation Manifesto è un disco carico di aggressività, dove la ferocia è sempre misurata e mai fuori controllo in quanto scritto, arrangiato e suonato molto bene. Dato il genere, tutte le canzoni sono sparate ai mille all’ora, ma ho trovato che alcune delle parti più interessanti sono quelle dove i Nostri rallentano e sperimentano con l’elettronica.
L’album parte subito alla grande con “Red Cathedral”, che è il perfetto biglietto da visita per Alienation Manifesto: riff tritasassi, drumming superlativo, elettronica ben piazzata e bellissimi cambi di tempo sono infatti il comune denominatore dell’intero disco. Segue a ruota “The Raven and the Box of Stars”, con un paio di brevi innesti quasi industriali molto interessanti. La terza traccia, “Orb”, è uno strano e breve intermezzo elettronico che aiuta a far riprendere fiato per quello che verrà dopo. Segue infatti “Wilczyca” (che significa “donna licantropo” in polacco – o almeno così mi dice Google -), che presenta spunti davvero interessanti, soprattutto nella parte più lenta della canzone, e dove la batteria fa un lavoro fenomenale. A seguire “Nuclear Womb”, che, nonostante il titolo non proprio originalissimo, riesce a farsi rispettare grazie ad un continuo alternarsi tra parti dissonanti e riff tiratissimi. “Lament” è la seconda traccia interamente elettronica che aiuta a snellire il disco e aiuta a far riprendere l’ascoltatore: si tratta di una canzone minimale e molto suggestiva, che mi ricorda molto gli Ulver per l’atmosfera che riesce a richiamare. A chiudere il lotto troviamo “Codex Crepusculum”, il pezzo più lungo dell’intero disco, dove troviamo ancora una volta un certo richiamo industriale per l’uso dei sampler ed alcune parti centrali molto strane ed atmosferiche che cercano di emergere dal buio che i Thanatotherion hanno creato, che però vengono velocemente ricacciate indietro dalla ferocia evocata dai riff super tirati e dalla freddissima voce del sempre ottimo Ominous Droning.
Con questa prima fatica i Thanatotherion hanno pubblicato un disco veramente ottimo, dove sono riusciti a bilanciare benissimo la freddezza del black metal più classico con soluzioni moderne che fanno ben sperare al futuro del genere.
(I, Voidhangers Records, 2024)
1. Red Cathedral
2. The Raven and the Box of Stars
3. Orb
4. Wilczyca
5. Nuclear Womb
6. Lament
7. Codex Crepusculum