FEDERICA SAPUPPO
Scrivere una lista del genere non è facile quando il periodo di riferimento è lungo dieci anni. Durante un arco di tempo così lungo molte delle esperienze vissute ci hanno influenzati sotto tantissimi punti di vista, anni in cui la crescita si riflette non solo negli ascolti e nelle scoperte di nuovi artisti, ma nella percezione e anche nella scrittura della musica.
Di questi dieci anni ne ho vissuti sei da fuori sede/pendolare, percorrendo una quantità indefinibile di viaggi in autobus, che mi hanno permesso di ascoltare e riascoltare determinati album che mi hanno indotto a fare delle riflessioni profonde su suoni e frequenze che hanno poi inevitabilmente influito sulla composizione ed esecuzione dei brani della mia band.
Tra tutti, qui la lista dei dieci dischi che mi hanno sconvolto l’esistenza non solo dal punto di vista tecnico e stilistico, ma in particolar modo per il carico emotivo che ancora oggi mi porto dietro.
Elder – Dead Roots Stirring (2011)
Questo è in assoluto il disco che ho ascoltato di più nel corso degli ultimi dieci anni, e che non mi ha ancora stufato. Tra le produzioni degli Elder è la mia preferita per una questione prettamente “magnetica”, perché ancora oggi, nonostante credo io abbia superato i duemila ascolti, riesce a prendermi profondamente. Con Dead Roots Stirring gli Elder hanno coniugato perfettamente forme doom e contenuti stoner, connubio raffinato da un cantato sfruttato al momento giusto, che colora il tutto in maniera personale.
Bologna Violenta – Utopie e piccole soddisfazioni (2012)
Nonostante i numerosi capolavori sfornati da Bologna Violenta nel corso del decennio, Utopie e Piccole Soddisfazioni entra nella mia top 10 per il forte carico emotivo che mi ha lasciato. Noise, death metal, elettronica 8-bit, ogni cosa al proprio posto si intreccia perfettamente in un disco di 21 brani che mi ha aperto un mondo per quanto riguarda il genere. In aggiunta all’affermata epicità di questo disco si colloca un ricordo molto positivo di un concerto in riva al mare a Marina di Ragusa, dove l’intimità del luogo e la vicinanza con gli artisti ha conferito una spinta in più al concept musicale/visivo del disco.
Baptists – Bushcraft (2013)
Il primo ascolto di questo disco equivale ad uno degli impatti più forti che io abbia mai avuto. Un mix di crust e doom crudo, primitivo, corrosivo. Per fortuna esiste un live su KEXP dell’esecuzione di questo album che supera ogni aspettativa creata dall’ascolto su disco. Una band secondo me passata leggermente inosservata, ma che meriterebbe più di un ascolto.
Primitive Man – Scorn (2013)
I Primitive Man con questo album di debutto hanno praticamente coniugato in un’unica entità tutto ciò che ho sempre apprezzato della musica estrema. Un album di una pesantezza unica, carico di repulsione, quasi viscido e soffocante, in grado di farti incazzare anche se lo stai ascoltando mentre fai la spesa. Ad oggi rimane una delle band che più di tutti vorrei ascoltare dal vivo, per realizzare concretamente la pesantezza dei loro suoni.
YOB – Clearing the Path to Ascend (2014)
Il disco che è diventato per me e per tantissimi un cult del doom e di tutte le sfumature sonore e stilistiche che contiene. Con brani come “Marrow” e “In Our Blood”, sono stati in grado di esprimere attraverso le loro atmosfere oscure una personalità musicale esclusiva, evocando sensazioni ed emozioni che riaffiorano ad ogni ascolto, ancora oggi.
Young And In The Way – When Life Comes to Death (2014)
Creatura Deathwish che propone una quantità di possibilità di interpretazioni infinite. Black metal, accenti grind, divagazioni depressive, e sfumature, perché no, post- hardcore? Assolutamente sì, tutto ciò coesiste in un’unica entità che ha prodotto qualcosa di devastante. Anche questo è uno dei dischi che ricordo mi sorprese tantissimo e positivamente. Ancora oggi quando ascolto When Life Comes to Death mi viene voglia di prendere la chitarra e di suonare in un gruppo black/ crust.
Hate&Merda – L’anno dell’odio (2014)
Questo è un album a cui associo una vastità di ricordi e sensazioni molto positive, sebbene i contenuti dovrebbero scatenarne di opposti. 2014, anno in cui si formò la mia prima band sludge, i Torpore. L’anno dell’odio fu per noi un inno, un concetto di “sporcizia” musicale in cui per la prima volta tutti e cinque ci trovammo totalmente d’accordo, talmente tanto da farci ispirare ed influenzare nella composizione dei nostri brani. Un disco per me dal valore inestimabile che mi ha accompagnato costantemente nella crescita musicale, cantato ed urlato allo stremo, specialmente nei viaggi in macchina per suonare a Caltanissetta o a Palermo.
Mgła – Exercises In Futility (2015)
Sarebbe superfluo ribadire quanto i Mgła abbiano in un certo senso rivoluzionato il black metal nell’era moderna, ma è di base ciò che è successo con Exercises In Futility. Già da With Hearts Towards None qualcosa si è mosso, ma qui l’esigenza di vederli live è diventata concreta: Brescia 2017, Colony Open Air. Uno show all’altezza di ogni aspettativa, in cui le lyrics (a mio parere tra i maggiori punti di spicco) hanno trovato massima espressione grazie all’atmosfera evocativa creata dalla band.
All Them Witches – Dying Surfer Meets His Maker (2015)
Questo è un disco a cui tengo particolarmente, anche questo compagno di innumerevoli ore di viaggi in autobus. Si colloca tra i miei ascolti preferiti per quanto riguarda l’heavy/stoner rock, insieme a Our Mother Electricity. Le atmosfere create dai brani El Centro ed Open Passageways mi riportano sempre all’identità praticamente inconfondibile della band.
Storm{O} – Ere (2018)
Su questo disco ci sarebbe un’infinità di roba da scrivere, ma in sostanza è la mia uscita preferita di una delle mie band preferite di sempre. Ascoltato e riascoltato in qualsiasi situazione di vita quotidiana, per me ha assunto un valore inestimabile nel momento in cui gli Storm{O} sono riusciti a suonare in Sicilia per mano di Tifone Crew, organizzazione di cui faccio parte. Fu un traguardo molto importante sotto tantissimi punti di vista, uno dei concerti più emozionanti di sempre.