Dopo sei anni di silenzio passati nelle fredde terre della Finlandia, i Throes Of Dawn, già attivi negli anni Novanta, ritornano con un nuovo lavoro intitolato Our Voices Shall Remain, uscito per l’etichetta Italiana Argonauta Records che si dimostra sempre più efficace e conservativa nel proporre determinati sound.
Fin dalle note dei primi pezzi capiamo subito che il sestetto propone un aristocratico progressive/dark/rock, al confine con il post metal, dalle tinte incantevoli e dalle trame sopraffine, grazie alle quali riescono a dipingere con grandiosità una magnifica tela. Splendide le voci, quasi angeliche e narrative come se volessero raccontare storie di popolazioni antiche, radici primitive e lati arcani di vite vissute. Su tutto il lavoro, oltre a vedere le ombre dei Seigman, aleggia un’aria malinconica tanto cara a band come Anathema e Porcupine Tree. Questo connubio di suoni, fatto di tastiere, assoli, riff cristallini e epici, lunghe e lente heavy guitar session, regala una piccola perla di difficile assimilazione ma che dona luce e linfa vitale ad un genere che vanta anni e anni di vita ma che qui, come non mai, non annoia e non appare statico.
Non ci addentriamo volutamente in disamine tecniche di alcun brano (da evidenziare però “Our Voices Shall Remain” e “One Of Us Is Missing”), dato che in questo caso è proprio la musica a parlare e a regalare emozioni. Our Voices Shall Remain è un album elegante e raffinato, eseguito alla perfezione; un avvolgente e fluttuante viaggio poetico.
(Argonauta Records 2016)
1.Mesmerized
2.We Used to Speak in Colours
3.Lifelines
4.The Understanding
5.Our Voices Shall Remain
6.One of Us is Missing
7.The Black Wreath of Mind8.5