Mese di fuoco, questo maggio, per la Pelagic Records. La casa discografica tedesca ha deciso infatti di pubblicare ben tre album del gruppo israeliano Tiny Fingers; si tratta di ristampe dei loro ultimi lavori, ovvero Megafauna (2012), We Are Being Held By The Dispatcher (2013) ed infine The Fall (2015). Oggi analizziamo quest’ultimo, precedentemente uscito sotto l’egida della Anova Music.
The Fall è un disco decisamente avvolgente ed ipnotico, nel quale spiccano sintetizzatori sparati a cannone. I brani, tutti strumentali, si susseguono come un fiume in piena, un flusso di proporzioni cosmiche che lascia affogare l’ascoltatore trascinandolo nei meandri del suo subconscio. Definire un solo genere musicale è molto complesso: si trovano infatti tantissime influenze, dal post rock alla techno, dalla psichedelia all’elettronica. Senza dubbio aleggia evidente l’ombra di pesi massimi come The Cure e New Order.
Il primo acuto nella tracklist si registra all’altezza di “Traveller Soul”, caratterizzata da una ritmica incalzante assillante. Il lavoro della batteria è nel complesso elegante e per niente esuberante. I due brani conclusivi, fatti di tocchi space rock intriganti alternati a leggeri passaggi jazz, sprigionano un’atmosfera così istrionica che anche se suonassero per ore non ci si stancherebbe mai. Tanto che, alla fine, si rimane pure un po’ delusi quando il disco s’interrompe. Quella dei Tiny Fingers è musica per palati fini.
(Pelagic Records, 2016)
01. The Fall
02. Eyes Of Gold
03. Traveller Soul
04. Deuteronomy
05. Drops
06. The Other
07. Nine Of Swords
08. Dispatcher
09. Music For The Sun