È possibile scrivere un disco estremo di un’ora e otto minuti di durata senza risultare pesanti, noiosi, ripetitivi? La risposta è sì e stiamo parlando del secondo lavoro in studio degli americani Tómarúm, ritornati sul mercato discografico a distanza di tre anni dal debutto, Ash in Realms of Stone Icons, che tanto impressionò per freschezza e visione artistica. Il quintetto di Atlanta ha dalla sua una line-up molto particolare; abbiamo tre chitarristi, cinque voci, un basso, una batteria, dei synth e un contrabbasso. E tutti si intersecano alla perfezione, non ci sono prime donne, non ci sono inutili dualismi, i Nostri scrivono musica che ti travolge come un fiume in piena. Acqua, fango, detriti, rami e alberi, tutto unito per la massima distruzione; ed è così che Beyond Obsidian Euphoria fa sentire l’ascoltatore, ossia inerte e impossibilitato da salvarsi davanti a questa furia che ha del poetico nel suo essere così devastante.
I Tómarúm suonano un metal estremo, dentro il quale si rintracciano dissonanze black metal, un perverso tocco di avantgarde, del death metal che spazia dal classico al tecnico finanche al brutale, arrivando anche a inserire passaggi grindcore e deathcore, per quella che appare come una rimpatriata tra amici molto molesti e rumorosi. Ma siccome il gruppo della Georgia ha dalla sua una padronanza tecnica mostruosa, ecco che del jazz e della fusion hanno modo di scaldare tutti i brani, che non risultano mai banali, mai forzati, mai ampollosi. Ogni canzone, anche quelle che viaggiano oltre i dieci minuti di durata, scivola via che è un piacere, con arrangiamenti e trovate geniali. L’utilizzo di diversi registri vocali e di tre chitarre che tessono trame complesse ed affascinanti, rende questo album una delizia per le orecchie. Perché non è facile comporre brani lunghi, tecnicamente ostili alla facile fruizione, stilisticamente schizofrenici, violentissimi e delicati nel giro di pochi secondi. No, non lo è per nulla. I punti di riferimento possono ritrovarsi in band come Obscura, Beyond Creation, Ne Obliviscaris, Crowpath e tutta quella cricca di personcine che dedicano il proprio estro a devastare le pareti di casa nostra. Ma la vera ispirazione arriva dalla più grande band di death metal tecnico: ovviamente si parla di Death e del mai abbastanza compianto Chuck Schuldiner. I Nostri infatti hanno parecchi punti in contatto con i Maestri della Florida, con quella filosofia maligna, viscerale, che ha fatto del dedalo compositivo uno stigma dal quale hanno attinto in molti, assetati di un’Arte senza tempo, dal valore assoluto.
Ci hanno messo tre anni per scrivere questo bellissimo album, tre anni ben spesi, dove impegno e genialità hanno consumato la propria unione e Beyond Obsidian Euphoria è un figlio che noi tutti dovremmo amare all’infinito.
(Prosthetic Records, 2025)
1. In Search of the Triumph Beyond… (Obsidian Overture)
2. Introspection III
3. Shallow Ecstasy
4. Shed This Erroneous Skin
5. Blood Mirage
6. Halcyon Memory: Dreamscapes Across the Blue
7. Silver, Ashen Tears
8. The Final Pursuit of Light
9. Becoming the Stone Icon (Obsidian Reprise)