Nell’affrontare il nuovo disco targato Tusmørke, con un caldo che sul finire di agosto pare non concedere una tregua che sia una, due immagini si sono stagliate nella mia mente. La prima: Ercole che affronta le proverbiali dodici fatiche; perché un disco della prog band scandinava è sempre un bel viaggio da intraprendere. La seconda: un bel cocktail fresco, ombrellone, sdraio, sabbia finissima sotto i piedi; perché i Nostri scrivono musica che è sì bella, bellissima, ma soprattutto che sa mettere in ordine il mondo tutto. Parlare della storia dei Tusmørke è entrare in una soap opera, la band esiste da metà anni Novanta, anche se operativa con altri moniker. La discografia vasta, basata su dischi lunghi, complessi (perché sempre di progressive rock stiamo parlando, anche se spesso il folk la fa da padrone) di certo non aiuta ma, attenzione, non c’è negatività in queste mie parole bensì una semplice e asettica analisi dei fatti.
Il quartetto, adesso, prosegue nel suo cammino artistico proponendo al pubblico questo Dawn of Oberon ed è proprio la title-track ad aprire le danze. E lo fa alla grande, sbrodolando in lungo e in largo i suoi diciassette minuti dove la leggiadria e l’ironia, da sempre marchi di fabbrica per il gruppo di Skien, sono l’accoglienza migliore per il viandante che vaga nelle gelide terre del nord. Loro dicono di non prendersi mai troppo sul serio, di essere devoti a Peter Pan e alle sue sindromi, ma poi quando attaccano a suonare lo fanno in modo “adulto”, senza compromessi alcuni. Durante l’ascolto di questa prima traccia saltano all’orecchio anche altre influenze, dalla psichedelia al pop, senza dimenticarsi di accenti e accenni beat. I norvegesi sanno il fatto loro, da anni conoscono la materia prima, la utilizzano al meglio e partoriscono brani che sanno coniugare bellezza e armonia, spensieratezza e tecnicismi. Niente risulta forzato. Non c’è pacchianeria, nessuna nota suona fuori posto.
Insomma, il vero dramma di una prog band, quello di farla fuori dal vaso, è ben lontano dall’affligere i Tusmørke. Che di fatto ci consegnano l’ennesimo album bello: la bellezza ha sempre ragione.
(Karisma Records, 2024)
1. Dawn of Oberon
2. Born to be mild
3. Dwarven Lord
4. Midsommernattsdrøm
5. People View
6. Troll Male