Gli Uniform sono un malefico duo newyorkese dedito ad un industrial noise rock costruito su martellanti beat scaturiti dalla drum machine, voce cattiva from the outerspace ed una sfacciataggine decisamente punk. Wake in Fright è il secondo full-length ufficiale del gruppo, che ha registrato l’album per la indie label Sacred Bones Records e si appresta a spingere ulteriormente l’acceleratore spostando il proprio suono verso i lidi del metal.
Se nella prima opera Perfect World tra la fitta ragnatela di harsh noise ed industrial si notava una leggera sfumatura di post punk, nella nuova creatura degli Uniform sono più tangibili i riferimenti al trash metal anni 90 (“The Killing Of America”, “Bootlicker”) ed una voglia di spingersi in territori ancora più estremi. L’asettica drum machine anche in questo caso è protagonista con i suoi ritmi secchi, spesso asimmetrici: questi, quando uniti ai sampler e alle sciabolate elettroniche del factotum Ben Greenger, assumono i toni più sinistri.
Dall’altra parte le liriche di Michael Berdan vengono vomitate secondo una perfetta attitudine punk che, nonostante quanto detto sopra, pervade l’intero album, fondamentalmente un’opera anarchica e corrosiva che sa muoversi su diverse suggestioni e regalarci anche un bel brano elettronico come “The Lost”, carico di quella malinconia e disperazione che spesso si incontra nelle prime opere dei NIN, sicuramente uno dei gruppi di riferimento per gli Uniform.
Wake In Fright è un album dalla forbice abbastanza larga: può di certo solleticare la curiosità e farsi ascoltare da un nutrito ed eterogeneo numero di consumatori musicali, dagli appassionati del noise rock fino al metallaro più ortodosso, a patto che si accetti di camminare in un territorio assolutamente privo di regole.
(Sacred Bones Records, 2017)
1. Tabloid
2. Habit
3. The Lost
4. The Light at the End (Cause)
5. The Killing of America
6. Bootlicker
7. Night of Fear
8. The Light at the End (Effect)