C’erano una volta i Meshuggah, avanti anni luce a tutte le band pseudo–metal.
Ogni loro uscita sin dal lontano 1987 è stata vittima di più o meno legittimi rip–offs di bands che hanno ripreso la lezione di Kidman e soci modificandola a loro gradimento.
Ma è da poco tempo che l’unione di violenza e tecnica sopraffina, che ha fatto dei quattro di Umea una delle band storiche e più innovative del panorama metal mondiale, ha preso il sopravvento in maniera molto pesante sul mercato grazie all’avvento di una nuova corrente all’intero del panorama estremo denominata Djent, di cui i Meshuggah si possono ritenere i patri putativi.
Tra i combo che hanno come radice il loro sound ce ne sono tanti, partendo dai Textures fino ai Periphery, e poi ci sono i Veil of Maya, che hanno portato il Djent ad un livello di estremità e violenza pari a pochi.
Supportati dalla onnipresente Sumerian Records (che ha praticamente il monopolio su questo tipo di sound) i Veil of Maya ritornano sulle scene con questo Eclipse, che segue di il fortunatissimo [id] targato 2010.
In questo disco c’è tutto: perizia tecnica sopraffina, breakdowns, velocità, mid tempos e anche una buona dosa di melodia (nei passaggi di chitarra e nei sample tastieristici) con una produzione incredibile che risulta essere il fiore all’occhiello, affidata a Misha Mansoor (chitarrista e mastermind dei Periphery) che finalmente riesce a donare al quartetto di Chicago il sound che si merita (che era proprio quello che mancava nel comunque ottimo [id]).
”Vicious Circles” è un diretto in piena faccia che racchiude tutte le sopraccitate sfaccettature del sound dei VoM, e consente loro di rimanere una spanna sopra tutte le band cloni che stanno nascendo e si susseguono in maniera spaventosamente rapida da un paio d’anni a questa parte, e le successive “The Glass Slide” e “Winter is Coming Soon” (nonostante orchestrazioni meno rapide e più lente ed elaborate) non sono altro che l’ ennesima conferma.
Quello che differenzia questo Eclipse dai predecessori è sicuramente l’uso più massiccio di riff stoppati che rendono il disco l’episodio più brutale della loro intera discografia; i quattro però rimangono sempre fedeli a controtempi e dissonanze (vedi l’intro “20-200” e la successiva “Divide Paths”) tipiche del sound made in Sumerian Records.
Certo è che questo disco non è un disco di facile ascolto, per capirlo fino in fondo bisogna metterlo in repeat più e più volte e nonostante questo molti di coloro che lo ascolteranno potranno trovarlo ripetitivo e fine a se stesso, il che è vero a metà: la tecnica e la bravura non si possono mettere in dubbio, ma è anche doveroso ammettere che spesso e volentieri le soluzioni usate si assomigliano tra loro.
Ma siamo sicuri che questo Eclipse farà felici tutti i fans della band e i vari djentlemans sparsi per il mondo.
7
(Sumerian Records, 2012)
01. 20-200
02. Divide Paths
03. Punisher
04. Winter Is Coming Soon
05. The Glass Slide
06. Enter My Dreams
07. Numerical Scheme
08. Vicious Circles
09. Eclipse
10. With Passion and Power