Visto l’enorme hype dietro i Vitriol, ho preferito lasciar sedimentare un po’ i miei pensieri prima di parlare di To Bathe From The Throat Of Cowardice, un album figlio di un impegno incredibile da parte della band che, escluso un EP fungente da antipasto, si trova al suo debutto. Dopo averli visti in tour con Hate Eternal e Nile, ho avuto conferma dell’enorme “credo” di cui la band e, in particolar modo, il frontman Kyle Rasmussen si fa alfiere: si tratta infatti di un modo di vedere e vivere la musica che mi risulta molto affine.
To Bathe From The Throat Of Cowardice è un lavoro titanico, un riversamento di sensazioni ed emozioni denso e senza mezze misure, a tratti caustico, a tratti caotico, a tratti semplicemente crudele; la visceralità della band emerge come un gancio sotto il mento, e non c’è scampo. Il death metal è una cosa seria, e Kyle e compagni lo sanno bene. Ogni partitura, ogni riff e ogni parte vocale sono suonati ed espressi con il massimo dell’ostilità, quasi a voler liberare tutto il male che tormenta il mondo, in quella che dà la sensazione di essere una e vera propria trance (specie dal vivo). Si tratta di una missione, qualcosa di profondo e personale, una performance sentita e coinvolgente, priva di qualsiasi dinamica: tutto al massimo, esasperatamente, come se fosse una questione di vita o di morte. Le influenze sono evidentissime e ben integrate in quello che è un sound unico e violentissimo. I Vitriol mostrano indubbiamente l’influenza di alcuni capi saldi come Hate Eternal, Morbid Angel e Gorguts, pur permanendo sempre nella loro dimensione, fatta di tecnica individuale incredibile e una dedizione e amalgama notevoli.
Rispetto l’EP Pain Will Define Their Death, vi è qui un netto miglioramento degli arrangiamenti e, soprattutto, del sound. Quest’ultimo risulta infatti più rifinito ma sempre estremamente personale e al servizio del genere. I Vitriol mantengono la loro promessa, la loro fame è qualcosa di ardente e indimenticabile, sia sul disco che dal vivo. La furia e tormento con cui esprimono loro stessi è qualcosa di così autentico da rimanere fortemente impresso, una ventata di aria fresca in un panorama sempre più appiattito dalla ricerca tecnica ma mancante di quel qualcosa di più, dato dal cuore al di là della musica.
(Century Media Records, 2019)
1. The Parting Of A Neck
2. Crowned In Retaliation
3. Legacy Of Contempt
4. I Drown Nightly
5. The Rope Calls You Brother
6. A Gentle Gift
7. Violence, A Worthy Truth
8. Victim
9. Hive Lungs
10. Pain Will Define Their Death